Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola

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50 anni dopo …

Direttore
Michael Boder
Regia e coreografia
Virgilio Sieni
Assistente regia
João Carvalho Aboim
Assistente alla coreografia
Giulia Mureddu
Scenografo e costumista
Giulia Bonaldi
Luci
Mattia Bagnoli
Corpo di ballo
Compagnia Virgilio Sieni
Maestro del Coro
Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Cast Il Prigioniero

Il Prigioniero
Levent Bakirci
La madre
Anna Maria Chiuri
Il Carceriere/Il Grande Inquisitore
John Daszak
Primo sacerdote
Antonio Garés
Secondo sacerdote
Adriano Gramigni

Danzatori
Jari Boldrini, Ramona Caia, Nicola Simone Cisternino, Lorenzo De Simone, Lucia Guarino, Maurizio Giunti, Maya Oliva, Andrea Palumbo, Asia Pucci e Sara Sguotti.


EMA Vinci contemporanea al Teatro del Maggio ha registrato, nei formati Audio Video, Il prigioniero di Luigi Dallapiccola.

Inserita nel cartellone dell’81° Maggio Musicale Fiorentino, l’opera ha debuttato martedì 19 giugno ed è stata poi replicata giovedì 21 e sabato 23, in un teatro gremito di spettatori attenti, che hanno tributato al lavoro un significativo consenso.
Regia e coreografie sono state curate da Virgilio Sieni, l’Orchestra del Maggio è stata diretta da Michael Boder, mentre il Coro da Lorenzo Fratini; pochi i personaggi sulla scena, che dividevano con i danzatori del corpo di ballo della Compagnia di Sieni: Levent Bakirci nei panni del protagonista, Anna Maria Chiuri in quelli della Madre, John Daszak come Carceriere e Grande Inquisitore, Antonio Garés e Adriano Gramigni rispettivamente primo e secondo sacerdote.

Opera tra le più importanti di Dallapiccola, Il prigioniero viene concepita e composta in un periodo delicato e sofferto come quello della guerra, che contagia inequivocabilmente il tessuto drammaturgico, conferendo al lavoro un carattere cupo e tragico. La musica, dal canto suo, rispecchia le caratteristiche del linguaggio proprio di quel periodo, è quindi in linea con quanto veniva sperimentato in campo dodecafonico e si avvale di una forte carica simbolica. Il soggetto deriva dalla suggestione esercitata sul compositore dalla lettura di un racconto di Auguste de Villiers de l’Isle Adam, La torture par l’espérance, dal quale nel 1943 viene ricavato il libretto; l’opera venne rappresentata per la prima volta nel 1950 al XIII Festival del Maggio Musicale Fiorentino e suscitò pareri discordanti, soprattutto in relazione al testo, che veniva da molti correlato alla situazione politica del secondo dopoguerra.

Per EMA Vinci, produrre e pubblicare il DVD de Il Prigioniero costituisce un’operazione di grande importanza. La casa discografica toscana ha realizzato la registrazione nel formato audiovideo dell’opera in prima mondiale.

A Dallapiccola il Festival quest’anno ha riservato uno spazio ampio e composito, allo scopo di approfondire e divulgare il repertorio di un compositore che è stato per motivi personali e professionali profondamente legato alla città di Firenze.

(Anita Azzi)



Il Prigioniero
musica di Luigi Dallapiccola – libretto di Luigi Dallapiccola
Opera in un prologo e un atto Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Michael Boder – Regia dell’Opera Virgilio Sieni

Regia video Giuseppe e Luciano Scali

PRIMA REGISTRAZIONE DISCOGRAFICA MONDIALE NEL FORMATO AUDIOVIDEO


GLI AMICI DELLA MUSICA [articolo del 20 giugno 2018]

FIRENZE – Nel cartellone dell’ottantunesimo Maggio Musicale Fiorentino hanno trovato albergo due titoli apparentemente distanti dal punto di vista musicale, ma decisamente entusiasmanti e diventati affini per l’originalità dell’approccio: Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola ed I quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi. Il primo rappresenta quella categoria di lavori teatrali del secolo scorso in cui c’è la dissociazione tra musica e dramma in un teatro a forti tinte tragiche e personalmente sofferto, con un linguaggio musicale estremamente aggiornato per il periodo storico in cui è stato composto e denso di significato tradotto attraverso un simbolismo acuto e lungimirante. Il Prigioniero è l’opera più sofferta del compositore in cui viene tradotto il patimento vissuto in tutta la vita; dalle incomprensioni e ostilità sopportate dopo il suo trasferimento a Firenze, che non riuscirono a far mutare la direzione del suo pensiero musicale e umanistico, alle vicende storiche della guerra dove “[… continua sulla pagina originale]


dal SITO del Maggio Musicale Fiorentino

È l’estate del 1939 quando Luigi Dallapiccola s’imbatte a Parigi nel racconto La torture par l’espérance, uno dei Contes cruels di Auguste de Villiers de l’Isle Adam: ne resta impressionato e, nel viaggio di ritorno, comincia a riflettere sul suggerimento ricevuto dalla moglie Laura di ricavarne un lavoro teatrale … continua

Il Prigioniero è un’opera in un prologo e un atto composta da Luigi Dallapiccola basata su un libretto in lingua italiana su opere di Villiers de l’Isle-Adam (il racconto La torture par l’espèrance) e Charles de Coster (La lègende d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak). La prima esecuzione ebbe luogo in forma radiofonica il 1º dicembre 1949 in concerto nell’Auditorium RAI di Torino; la prima esecuzione in forma scenica fu il 20 maggio 1950 al Teatro Comunale di Firenze, nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino. Siamo nella seconda metà del XVI secolo. Il prigioniero è detenuto nelle carceri spagnole, al tempo del re Filippo II. Riceve la visita della madre, perseguitata da un incubo, raccontato nel prologo, in cui il re le si presenta nelle vesti della Morte. Il prigioniero ricorda che dopo le torture qualcuno lo ha chiamato fratello, e sembra avere un momento di sollievo. Entra il carceriere, che nuovamente usa la parola fratello, e gli annuncia che la rivolta degli accattoni ha avuto successo. Nel prigioniero rinasce la speranza, e il sentimento si rinforza quando scopre che il carceriere è uscito lasciando aperta la porta del carcere. Il prigioniero tenta la fuga, nei corridoi riesce ad evitare due sacerdoti che discorrono tra loro, poi esce in un giardino. Qui viene catturato dal grande Inquisitore, che ha la stessa figura e la stessa voce del carceriere, che lo chiama ancora una volta fratello ma poi dolcemente lo conduce al rogo. “La libertà?”, si chiede il prigioniero sussurrando quasi incosciente, dopo avere guardato il rogo ridendo come un pazzo.


Luigi Dallapiccola – Michael Boder Dallapiccola nacque a Pisino nell’allora Austria Ungheria e oggi in Croazia, un piccolo paese nel centro dell’Istria, da genitori di origini trentine. Trascorse l’infanzia nella sua città natale, mentre più tardi fu a Graz, con la sua famiglia internata durante la prima guerra mondiale (il padre, direttore di un liceo italiano di Pisino, fu ritenuto “elemento sovversivo” e “politicamente infido” dall’amministrazione austro-ungarica, ed obbligato al confino). Malgrado le indubbie difficoltà patite durante il confino, il piccolo Luigi ebbe modo di assistere a numerose rappresentazioni d’opera presso il teatro della città stiriana, e furono proprio le suggestioni ricevute durante quelle rappresentazioni (in particolare quelle ricevute dalle opere wagneriane) che lo convinsero a voler diventare lui stesso un compositore. Alla fine del conflitto, una volta rientrato nella natìa Pisino, iniziò gli studi musicali nella vicina Trieste sotto la guida di Alice Andrich Florio e Antonio Illersberg; è grazie a quest’ultimo che Dallapiccola “scopre”, nel 1921, il “Manuale di armonia” di Arnold Schönberg, un incontro che segnerà profondamente tutta la sua vita, al punto che in anni più tardi, commentando questa sua prima lettura del testo schoenberghiano, Dallapiccola evocherà James Joyce citando la sua celebre frase “How life begins”. Dopo aver conseguito la licenza liceale, nel 1922 si trasferì a Firenze (città in cui da allora risiedette per il resto della sua vita) dove completò gli studi pianistici con Ernesto Consolo, e quelli di composizione sotto la guida inizialmente di Roberto Casiraghi e Corrado Barbieri, e in seguito di Vito Frazzi. Risalgono agli anni trenta le prime, importanti affermazioni in concorsi internazionali, con brani come la Partita per orchestra, o Musica per tre pianoforti (Inni). Nel 1938 sposa Laura Coen Luzzatto (1911-1995), che diventerà ben presto una figura indispensabile per lo sviluppo del linguaggio dallapiccoliano. Nel 1940 gli verrà offerta, per chiara fama, la cattedra di composizione al conservatorio Cherubini di Firenze; Dallapiccola stesso rinuncerà a questa carica nell’immediato dopoguerra, ritornando al suo impiego iniziale (insegnante di “pianoforte complementare”). Reagisce fermamente alle leggi razziali del 1938, ripensando all’internamento della sua famiglia a Graz durante la prima guerra mondiale con conseguenze ben visibili anche nella sua produzione musicale: lo stesso anno scrive i Canti di prigionia, seguiti successivamente dall’opera Il prigioniero. Nel dopoguerra la sua fama internazionale crescerà di continuo, in tutta Europa e in America, dove tra l’altro verrà invitato a tenere corsi di perfezionamento a Tanglewood (dove ebbe come allievo il giovane Luciano Berio), al Queens College di New York, alla University of California e altrove. Nel 1949 a Milano fu tra gli organizzatori del “Primo congresso internazionale di musica dodecafonica”, assieme a Riccardo Malipiero ed a colleghi più giovani quali Camillo Togni e Bruno Maderna. Nel 1968 a Berlino verrà rappresentato il suo Ulisse, opera su libretto proprio tratto dall’Odissea, frutto di un lavoro ben più che decennale che il compositore definì “il risultato di tutta la mia vita” (a lui si deve anche una trascrizione dell’opera Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi, rappresentata tra l’altro nell’ambito della stagione 1943 del Teatro alla Scala)[2]. Nel 1972 compose il brano Commiato per voce e strumenti, dal titolo profetico: sarà la sua ultima composizione. Luigi Dallapiccola si spegne a Firenze il 19 febbraio 1975, a causa di un edema polmonare, nella sua casa di via Romana 34 (all’interno del Palazzo di Annalena). Nel corso della sua vita Dallapiccola ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti: nel 1953 diventa membro dell’Accademia delle belle arti di Baviera, in seguito sarà nominato membro dell’Accademia dell’arte di Berlino (1958), della Royal Academy of Music di Londra (1969) e dell’Accademia di musica ed arte di Graz (1969). Ricevette inoltre il gran premio per la musica del Land Renania Settentrionale-Vestfalia, il premio “Ludwig-Spohr” della città Braunschweig, il premio “Moretti d’oro” della regione Friuli Venezia Giulia, il “Prix Arthur Honegger” a Parigi (1972), il premio Feltrinelli per la musica assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei (1973) ed il premio internazionale d’arte “Albert Schweitzer”. Oltre a ciò, ricevette la laurea honoris causa dall’Università di Durham e dall’Università di Edimburgo (entrambe nel 1973); nello stesso anno gli fu inoltre conferita l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il 21 maggio 1976 il Rettore dell’Università di Bologna Tito Carnacini, conferì a Luigi Dallapiccola e Goffredo Petrassi la Laurea Honoris Causa in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo; per Luigi Dallapiccola ritirò il diploma la moglie Laura]. È sepolto nel cimitero fiorentino di Trespiano.

Michael Boder Born in Darmstadt, Boder studied first at the Musikhochschule Hamburg, then in Florence where he worked with Riccardo Muti and Zubin Mehta. He was an assistant to Michael Gielen at the Frankfurt Opera. He became chief conductor of the Basel Opera at age 29, working as a guest already at this time in Hamburg, Cologne, Munich, Berlin and at Covent Garden in London.  In 1991, he conducted in Basel the premiere of Luca Lombardi’s Faust. Un travestimento.. He became a regular guest conductor at the state operas of Berlin, Dresden, Hamburg and Munich. He also conducted at the San Francisco Opera, the Deutsche Oper Berlin and the Zürich Opera. He is focused on contemporary music, in opera and also in concert.  Boder made his debut at the Vienna State Opera on 15 December 1995, conducting Alban Berg’s Wozzeck. He conducted there also Elektra, Die Frau ohne Schatten and Ariadne auf Naxos, all by Richard Strauss, Schönberg’s Die Jakobsleiter, Puccini’s Gianni Schicchi, Berg’s Lulu, Wagner’s Die Meistersinger von Nürnberg, Hindemith’s Cardillac, and the premieres of Friedrich Cerha’s Der Riese vom Steinfeld in 2002 and Aribert Reimann’s Medea in 2010.  He made his debut at the Royal Opera House conducting Verdi’s Rigoletto. He conducted there the premiere of Morgen und Abend by Georg Friedrich Haas.[5] Other operatic premiere were in 1991 Penderecki’s Ubu Rex for the opening of the Munich Opera Festival, in 1992 Reimann’s Das Schloß, in 1998 Manfred Trojahn’s Was ihr wollt at the Bavarian State Opera, and in 2007 Henze’s Phaedra at the Berlin Staatsoper Unter den Linden.[4] In 1996, he conducted the German premiere of Enescu’s Œdipe in a production shown at several houses.[1] He conducted the premiere of Pascal Dusapin’s Faustus, the Last Night at the Staatsoper Berlin.  He was the General Music Director (GMD) of the Liceu in Barcelona from 2008 to 2012, and has been chief conductor of the Royal Danish Theatre from the 2012/13 season.


Una produzione del Maggio Musicale Fiorentino


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