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Klavierstücke I-IV |
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Studi I-IV |
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Klavierstück V |
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Studio V |
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Klavierstück VI |
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Studio VI |
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Klavierstück VII |
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Studio VII |
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Klavierstück VIII |
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Studio VIII |
Questo CD rappresenta un dialogo profondo tra passato e presente, tra la genialità pionieristica di Karlheinz Stockhausen e la sensibilità elettronica contemporanea di Roberto Doati, con l’interpretazione pianistica raffinata e visionaria di Ciro Longobardi.
Il progetto “Fields’ Resonances” nasce dalla volontà di Roberto Doati di indagare e far risuonare, attraverso l’elettronica, la complessa tessitura sonora dei Klavierstücke I-VIII di Stockhausen. Gli otto Studi elettronici realizzati da Doati non sono semplici omaggi, ma autentiche opere di riflessione sonora, che esplorano le risonanze latenti nel linguaggio compositivo del maestro tedesco e ne proiettano le intuizioni timbriche e strutturali nel contesto della tecnologia musicale attuale.
Ciro Longobardi, tra i più acclamati interpreti contemporanei, dà vita con precisione e profondità espressiva alle sfumature ritmiche, timbriche e dinamiche dei Klavierstücke. La sua esecuzione esalta la tensione tra struttura e risonanza, tra il suono percussivo del pianoforte e le sue ombre elettroniche, con un’attenzione particolare all’evoluzione del concetto di risonanza lungo il percorso compositivo di Stockhausen.
I “Fields’ Resonances” sono dunque campi sonori attraversati da ombre e luci, in cui la memoria della musica concreta, della serialità elettronica e di pratiche musicali eterogenee (dalla musica etnica all’avant-garde, dal jazz alle vocalità arcaiche) si fondono in un linguaggio timbrico inedito. Doati costruisce paesaggi sonori attraverso tecniche avanzate di sintesi modale, modellando ogni suono come evento complesso che nasce dall’interazione tra eccitazione e risonanza.
Il risultato è un ascolto immersivo e stratificato, che invita a una nuova consapevolezza dell’ascolto: il suono come materia viva, che evolve nel tempo e nello spazio, e che ci interroga sul senso stesso della percezione musicale. Un ponte tra le utopie sonore del passato e le possibilità espressive del presente.
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