LUX ÆTERNA
Viaggio sensoriale per Soprano, Chitarra ed elettronica
Concept, musica e libretto:
Stefano Teani
Maria Elena Romanazzi, Soprano
Giacomo Brunini, Chitarra
Marianna Giulio, Voice over
Concept
Tutti conosciamo la luce. Abbiamo plasmato il pianeta in maniera che dallo spazio si possa vedere l’enorme quantità di luce artificiale che le grandi città producono. Tuttavia la scienza ci dice che l’universo è buio, che quella che chiamiamo luce non sia altro che delle onde elettromagnetiche che i nostri occhi percepiscono e il nostro cervello interpreta come segnale luminoso.
Anche la luce diventa così una vibrazione, un altro “palpito dell’universo”, per citare Verdi. Ecco un interessante punto di contatto con la musica, anch’essa astratta ma incredibilmente concreta. Perché dunque non “sentire” la luce…?
L’opera
Quest’opera si svolge interamente al buio, gli unici momenti in cui un po’ di luce si fa strada è quando i titoli che scandiscono i vari momenti vengono proiettati sul sipario chiuso. Questa suddivisione interna aiuta il pubblico a orientarsi all’interno del variegato mondo sonoro proposto nonostante i numerosi flashback. Il nomi del prologo e dell’epilogo sono un’evidente citazione del Faust di Goethe, mentre il secondo ricordo cita “Al faro” di Virginia Woolf.
Numerosi i riferimenti e le concezioni filosofiche implicate; il “Lux Æterna” del requiem diventa citazione musicale in ordine cronologico inverso, materiale da cui attingo per i brani chitarristici ma anche simbolo del mondo interiore della ragazza. I ricordi sempre più lontani nel tempo parlano dell’amore fra i due amanti, quello dei genitori e quello della nonna, che si lega al sentimento religioso. Tre tipi diversi di amore, come in Schopenhauer, in tre luoghi con mondi sonori diversi e con luci di tipo diverse.
Dal punto di vista sonoro abbiamo musica diegetica ed extra-diegetica di vario tipo, dai suoni ambientali alla voce della ragazza che si racconta. Quest’ultima si sdoppia, da una parte la sua percezione di sé e dall’altra la percezione che ne hanno gli altri.
Un’opera dunque che tratta di un evento drammatico che, tuttavia, diventa occasione per aprire nuovi scorci su una diversa concezione dell’universo e della vita. Si potrebbe dire, che getta una nuova luce sulla nostra idea di esistenza.
Note drammaturgiche
Il sipario è chiuso e, di volta in volta, vi si proiettano i nomi delle situazioni (Prologo, Ricordi, Epilogo). La chitarra è amplificata e il soprano dovrà cantare fuori dal palcoscenico, oltre il sipario (dunque in sala o in altro luogo purché ben udibile ma non visibile). Le indicazioni “Ragazza (S)” oppure “Ragazza (A)” significano “Soprano” e “Audio”, dunque solo quelle indicate dalla lettera S vanno recitate in teatro, il resto è contenuto nel file audio.
Viaggio sensoriale per Soprano, Chitarra ed elettronica
– Prologo in cielo –
Ragazza (A):
Sipario abbassato, scena buia
Si sente il suono di un disastroso incidente d’auto
…è strano…eppure la vedo. Per una volta non la sento…la vedo! Sì perché ho passato tutta la vita a sentire una luce dentro di me, invece di vederla…
Si sente il Lux Æterna di Ligeti
…non so spiegarlo. Una volta hanno detto in un documentario che in realtà l’universo è buio, che la luce non esiste davvero perché è il nostro cervello che interpreta certi segnali captati dagli occhi facendoci vedere cose luminose…allora è per questo che io la sentivo! Perché, in realtà, è una specie di vibrazione, come la musica!
Gradualmente la musica di Ligeti sfuma ed emerge di nuovo il suono dell’incidente
Eppure oggi la vedo…che strano…
– Primo ricordo –
Il chitarrista attacca il primo brano
…sto tornando con la memoria a quel giorno in cui decisi con lui di andare via, lontano da tutti, per goderci un po’ di tempo insieme. Era solo un paio di anni fa, eppure…è tutto così diverso. Aveva scelto lui dove andare; era in montagna, con dei boschi pieni di suoni e di profumi. Lui era molto
Ragazza (S).:
affezionato a quel posto, diceva che c’era una piccola radura dove potevamo sdraiarci e guardare le stelle.
Il chitarrista finisce di suonare e cominciano i suoni del bosco, del vento, degli uccelli e di tutto l’ambiente circostante
R. (A):
Mi ricordo che cercava in tutti i modi di descrivermi quelle costellazioni, raccontandomi i miti da cui molte traevano i loro nomi…era così sicuro, parlava così bene…mi faceva sentire come se quelle stelle fossero lì solo per me…
Com’è ironica a volte, la vita…
Ritornano i suoni del luogo dell’incidente
…solo due anni…io stessa ero un’altra due anni fa, dentro di me sentivo una luce completamente diversa…!
Si sente il Lux Æterna di Fauré
Ora – non saprei dire perché – così, all’improvviso, mi è salita una gran nostalgia dei miei genitori…quanto hanno fatto per me…
e io, invece…
– Secondo ricordo –
Il chitarrista attacca il secondo brano
…mi ricordo quella volta che andammo in gita alle Ebridi, io e la mia famiglia. Era qualche anno fa, mia madre voleva portarci al faro. Purtroppo il tempo ce lo impedì, non smetteva mai di piovere e far tempesta. Alla fine, durante l’ultimo giorno della nostra breve vacanza, decisi di partire da sola pur di raggiungere questo faro tanto desiderato da mia madre…volevo almeno sapere cosa si prova a stare sotto la
pioggia all’ombra della sua imponenza…
R. (S):
Il chitarrista finisce di suonare e cominciano i suoni del mare, della pioggia, dei gabbiani e di tutto l’ambiente circostante
R. (A):
Inutile dire il litigio che questo comportò con loro, in particolare con mio padre, a cui non importava niente di quel “dannato faro”, come lo chiamava.
Ora che ci penso…probabilmente è stata una delle ultime volte che ci siamo rivolti la parola…
come riusciamo a essere stupidi, a volte…
Ritornano i suoni del luogo dell’incidente
…sarebbe stato bello vedere anche allora ogni cosa così chiaramente come mi appare ora…prima di quella vacanza era tutto diverso, dentro di me sentivo ancora questa luce, sì, ma…diversa…
Si sente il Lux Æterna di Verdi
…e mia nonna? Che persona incredibile che era…
– Terzo ricordo –
Il chitarrista attacca il terzo brano
…se penso a quando da piccola, ogni Domenica, mi portava a messa…quanti ricordi…due cose mi hanno sempre colpito profondamente di quel luogo: la musica e le candele. Quei canti ricchi di voci e di spiritualità antica…e le candele, con il tenue calore che irradiavano e quel vago profumo di luogo sacro…
R. (S):
Il chitarrista finisce di suonare e cominciano i suoni del coro, dell’organo, dei passi sul pavimento e di tutto l’ambiente circostante
…fu un trauma per lei quando, raggiunte le soglie della maggiore età, smisi bruscamente e definitivamente di frequentarla e di accompagnarla. Un po’ alla volta smise lei stessa di andarci, dando la colpa all’età che avanzava ma, sotto sotto, nascondeva una profonda delusione e io lo sapevo…
Ritornano i suoni del luogo dell’incidente
R. (A):
…anche in quel caso avrei voluto comportarmi diversamente ma…dentro di me una luce intima e segreta mi guidava per altre vie…
– Epilogo in terra –
I suoni del luogo dell’incidente sfumano e restano un leggero brusìo indistinto
…dicono che in questi momenti si vede l’intera vita passare davanti agli occhi…io invece vedo solo dei frammenti…e ora sento anche una musica che conosco…o almeno che conoscevo…
Si sente il Lux Æterna di Mozart che poi muta e diventa altro
Sì, è Mozart! Quello che mia mamma mi faceva ascoltare sempre durante la gravidanza, sperando così che diventassi più intelligente…
Non so se la mia intelligenza ne abbia giovato, so però che la musica mi ha sempre accompagnata. È stata l’unica luce nel mio mondo fatto di tenebre. Lo stesso concetto di luce per me non poteva avere nessun significato, non avendola mai vista…per questo io sentivo la luce, dentro di me…perché per me la musica è ciò che per voi è la luce…
Rivolgendosi al pubblico
Sì, mi rivolgo a voi. Me ne sto andando e questo mi collega a tutti voi. La luce dentro di me ora può vibrare dovunque, anche dentro altri…
Questo ora io vedo chiaramente. Che sono stata sorda tutta la vita, non cieca. Sorda alla vera e unica luce dell’universo, la vibrazione!
Si accende la luce in sala
FINE DELL’OPERA
Reference
una produzione
Cluster – Puccini Chamber Opera Festival – Teatro del Giglio (Lucca)
(p) © 2020 EMA Vinci L&C