Musica e regia di Aldo Tarabella
libretto di Pierfrancesco Poggi
la composizione è dedicata a Valerio Valoriani
soprano Maria Elena Romanazzi
chitarra Giacomo Brunini
Prologo
Come luogo dell’amore
C’è chi stima i prati in fiore
Chi una camera da letto
Col viola sul soffitto
E poi c’è chi invece spera
D’estasiarsi in mongolfiera
Su una vetta di montagna
O sul mare di Bretagn
Sotto i cieli di Parigi
Sulle sponde del Tamigi
In un’opera di Gluck
Dentro l’Ade a far zuk zuk
O su un ponte, là è perfetto
Del pittore Canaletto
Nella reggia più vicina
Ma non sa che la cucina…
Ma non sa che la cucina…
È la culla dell’amor.
Colombina:
Arlecchino!
Arlecchino:
Colombina
Colombina e Arlecchino insieme:
Pochi san che la cucina
È la culla dell’amor!
Colombina:
(A PARTE) Ecco già mi batte il cuor
Arlecchino:
(A PARTE) E io sento un buon odor…
Colombina:
(TRA SE’) Sento i passi di Arlecchino.
Arlecchino:
(TRA SE’) Io invece un profumino.
Colombina:
(AD ARLECCHINO) Arrivasti così presto?
Arlecchino:
(A COLOMBINA) Dentro il forno c’è un arrosto?
Colombina:
E i servizi al tuo padrone?
Arlecchino:
Sono in pausa colazione.
Colombina:
Sei un pigron, datti da fare
Se vuoi un poco guadagnare
Per poterti maritare
E portarmi sull’altare
Un bel giorno a San Moisè!
Or che sei venuto a fare?
E che vuoi tosto da me?
Arlecchino:
Son venuto ad aiutare.
Colombina:
Bravo c’è tanto da fare.
Arlecchino:
C’è qualcosa da assaggiare?
Son maestro assaggiatore…
Colombina:
Qua ci vuole un tuttofare.
Non chi ha voglia di mangiare.
C’è la legna da portare
L’immondizia da gettare
Pentoloni da sgrassare
E lo straccio da passare…
E tu invece che vuoi far?
Arlecchino:
Assaggiar, devo assaggiar
Le vivande del padrone
Se son triste o se son buone…
È un dovere di Arlecchino
Preservargli l’intestino.
Colombina:
Credi che in quel che cucino
Io ci metta del veleno?
Arlecchino:
Assaggiando capirò
Se son buone sì o no.
Colombina:
Lascia stare quel tacchino!
Arlecchino:
Basta solo un pezzettino.
Colombina:
Allor non sei qui per me?
Arlecchino:
Sì per te e il tuo cagnolino.
Colombina:
Cagnolini non ce n’è.
Arlecchino:
Mi accontento del tacchino.
Colombina:
Vo’ parlar di cose serie.
Arlecchino:
Io per quelle sono in ferie.
Colombina:
E pensar che ti ho sognato:
Con la giacca di broccato
Il farsetto ricamato
La camicia, la fusciacca
Il codino e la parrucca
Il tricorno sulla zucca
Sulle gote due chignon
Il colletto coi pon pon
Ed il trucco ton sur ton
Poi il bastone nella mano…
Arlecchino:
Ma sognasti me o un divano?
Colombina:
E io allor che disgraziata,
Non son stata mai sognata?
Arlecchino:
Chi l’ha detto? Anch’io sognai
Di te spesso, altro che mai!
Colombina:
Che emozione mio Arlecchino.
Su racconta, stò vicino….
Arlecchino:
Il tuo capello cotonato
Era zucchero filato
Gli occhi neri cioccolato
E le guance panpepato.
Il nasino un ricciarello
Labbra un piccolo tarallo
E i tuoi seni Colombina
Due babà con ciliegina…
E il pancino un savarin.
E poi cosce, gambe e piedi
Starne e tordi sugli spiedi
E il sedere due pagnotte
Bianche, morbide e ben cotte.
Colombina:
Che visione ahimè tremenda
Mi scambiasti per merenda…
È l’amor per me divino!
Arlecchino:
Bramo averne un bicchierino.
Colombina:
Or va via che sono offesa.
Arlecchino:
Sì che deggio far la spesa.
Ma io penso a buon bisogno,
Non siam fatti per il sogno
Ma pel viver quotidiano
E io chiedo la tua mano.
Colombina:
Solo se non vuoi mangiarla.
Arlecchino:
Voglio solo accarezzarla
E sperare questo sì
Di sposarti giovedì.
Colombina:
Son felice e dico sì.
Giovedì è giorno amoroso?
Arlecchino:
No, è il mio giorno di riposo,
E per tutti gli Arlecchini
Turchi, Mori o Filippini.
Colombina:
Io per sempre ti amerò.
Arlecchino:
Giovedì ti sposerò.
Prologo:
E così la storia andò.
Fine
una produzione
Cluster – Puccini Chamber Opera Festival – Teatro del Giglio (Lucca)
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