„„TRA PAROLE E MUSICA“
La pianista Marina Popadić esegue musiche di Piazzolla. Questo CD unisce con passione l´elemento poetico (la Popadić e ella stessa poetessa) con quello musicale (ella stessa esecutrice). Il risultato e quesi un unicum. Difficile infatti, oltre che raro, studiare e valorizzare un duplice repertorio nell´altrettanto duplice veste. La poesia e la ragione messa in musica.“
(Dalla recensione di Piero Gargiulo per il CD „Piazzolla nei riflessi della parola“ di Marina Popadić, 2013)
Etichetta | EMA Records |
UPC | 3610154024707 |
© Copyright | EMA Vinci |
℗ Produttore | EMA Records |
Anno di produzione | 2013 |
Catalog Number | 70034 |
Genre | Classic |
Durata | 00:54:47 |
Data di pubblicazione | 10/14/2013 |
TRACCE
1. Revolucionario
2. Soledad
3. Todo Buenos Aires
4. Milonga Sin Palabras
5. Che Tango Che
6. Primavera Porteña
7. Verano Porteño
8. Otoño Porteño
9. Invierno Porteño
10. Violentango
11. Tristango
12. Libertango
Ivano Battiston fisarmonica – Marina Popadić pianoforte e poesie
REVOLUCIONARIO di Marina Popadić
Noi – uomo – animale!
La vita non sa dire nulla!
La morte ci insegnerà tutto!
La natura non riesce a stupirsi
davanti alle nostre parole.
L’uomo è un sicuro rifugio per
Noi – uomo – animale!
Unico chiaro è l’istinto
che balla sulle strade.
Il nostro ragionare
è attaccato ai marciapiedi.
I nostri amori
Le nostre stagioni
I nostri dolori
Le nostre nascite
sono unite per uno sconosciuto
che sorridendo
ogni tanto ci offre un amore.
Il fango è ovunque.
Affogati nei fiumi,
Noi – uomo – animale,
appariamo sereni.
Guardiamo il proprio morso
sulla pelle
non pretendendo nulla di nessuno.
La morte ci insegnerà tutto
sussurra, maschietto,
ad una donna di nessuno.
Lei gli risponde scomparsa
tra le urla.
Il fiume annuncia
un silenzio in cui riconosceranno
l’incontro.
Dopo loro come due nemici
né ubriachi, né svegli,
andranno verso la vita,
soli,
e la morte gli insegnerà tutto!
Sprofondati in un passaggio
senza certezza
abbandoniamo le nostre paure.
Abbracciamo un fiume
che almeno porterà
un nostro tocco
a quello sconosciuto
che parlerà di noi
in un mondo lontano
però sempre unico per
Noi – uomo – animale!
Pratolino, 8. VI 2013
19:55
SOLEDAD di Marina Popadić
E’ stato detto tutto in marzo!
L’oblio è il più vivo di tutto su questa terra!
L’aria tremava quando lei è venuta al mio funerale!
Ricordo la donna di nessuno,
appariva nelle stagioni,
il suo volto sarà illuminato sulla mia tomba!
Lei – un giovane volto inchinato al suono!
Nuda davanti al pianoforte,
lo stringeva come se fosse il suo figlio.
Potevo prendere la chiave,
aprire il suo suono e
avvicinare le sue dita al pianoforte.
Se né è andata via in marzo,
non sapevo come colmare la tristezza
che ha lasciato a casa nostra.
Solo,
ho vissuto solo,
nella polvere del suo cammino.
Il suo suono è pieno di sangue,
non lo dimenticavo mai.
E’ stato detto tutto in marzo!
L’oblio è il più vivo di tutto su questa terra!
L’aria tremava quando è venuta al mio funerale!
La guardavo mentre il mio corpo copriva la terra.
Ho riconosciuto il suo figlio,
ho visto la donna di nessuno al pianoforte,
ho sentito vibrare le stagioni di nuovo
dopo il marzo in cui è stato detto tutto!
La morte racconterà soledad!
Pratolino, 8. VI 2013
19:46
TODO BUENOS AIRES di Marina Popadić
È solo leggerezza
il pianto nel primo vedersi?!
Ormai solo guardando lassù
riconosco il mio volto.
Anima,
sconosciuta o già vista,
non chiedermi nulla.
Sono un ballo
dove l’urlo e il sangue
sono il ritmo della notte,
delle strade di Buenos Aires.
Non ricordo più il mattino,
passava, come un’ombra, a salutarmi
tenendo i miei piedi sulla terra.
Vieni nella notte,
leggi il mio corpo,
non scordarti però
di farmi conoscere l’alba.
È solo leggerezza
il pianto nel primo vedersi?!
Sono un ballo
dove l’urlo e il sangue
sono il ritmo della notte.
Buenos Aires
racconterà tutto,
la gente è stanca all’alba.
Pratolino, 8. VI 2013
20:23
MILONGA SIN PALABRAS di Marina Popadić
Milonga è una danza
che fa i fulmini
solo nel silenzio della parola!
Come farsi invitare dal suono?
Il grido del bandoneon
sta indossando il sangue –
teme la parola!
Si vede come i volti
dipingono il ballo,
stanno per far nascere il tempo
per poter avvicinarsi
all’unica immagine
dei ricchi e dei poveri –
corpi nudi
sospiri degli occhi
verso umido dell’amore
corto abbracciarsi
chiudendo e aprendo
i mantici del bandoneon!
Il grido del pianoforte
sta indossando il sangue –
non teme la parola!
La pazzia è arrivata
un’ora prima dell’alba,
sta dipingendo
il mattino di Buenos Aires.
Pazzia, solo lei,
nel richiamo della milonga
porta nelle mani
la polvere di un colore,
del ricco e del povero,
e sta spiegando l’anima
dell’uomo e dell’animale!
Pratolino, 8. VI 2013
20:28
ESTACIONES PORTEÑAS di Marina Popadić
Primavera porteña
Non sono donna di nessuno –
danzerò al cielo!
Vedo il tuo bandoneon
che sta cercando
il musicista dentro te stesso.
Ti riconosci nel suono
che non ballerà con nessuno,
però sta abbracciando
il corpo nudo
rispecchiato sulle strade
come se fosse la luce del cielo.
Tu che non accarezzi niente
sei avvolto dalle ombre
come se fossero
la pianura della primavera.
Sotto una melodia sola
stai impazzendo
per il musicista dentro te stesso
che cammina sopra il cielo.
Ti porta il fuoco della donna
che suonerai fino alla morte,
non lo riconoscerai
ma lui sarà la preghiera
dove confesserai
tutti i tuoi pianti,
dove quella donna,
mai toccata dalle tue dita,
sarà unica croce nel tuo sangue!
Lei, senza le tue lacrime,
danzerà al cielo!
Verano porteño
Non sono donna di nessuno –
leggerò al cielo!
Mi stai spogliando
con lo sguardo
nel mio urlo adultero,
mentre emergo tutta
dalle dita di un poeta.
Tu che non accarezzi niente,
stai guardando il nostro ballo
sopra il cielo di Buenos Aires.
Ti riconosci nel suono
che non ballerà con nessuno!
Il musicista dentro te stesso,
ubriaco della gelosia,
segue i versi del poeta
come se fossero la mia pelle.
Sono rimasti agli angoli
di Buenos Aires notturna.
Sembra che il silenzio
stia facendo i feriti
in questa guerra dove la donna
non è stata mai toccata
dalle vostre dita!
La malinconia della notte
è solo una melodia,
l’odore di un’unica donna
vi insegnerà
che cosa è la pazzia!
Prima dell’alba, a Buenos Aires,
il poeta ha detto la sua poesia.
Tu con i tuoi complici hai bevuto
il sangue del suo animo,
sotto una luce stanca,
ed io vedo il suo cadavere
sulla sedia di una taverna,
ora senza respiro di questa vita.
Stai impazzendo
per il musicista dentro te stesso,
non sono donna di nessuno,
leggerò al cielo solo
poesia di questa vita notturna!
Otoño porteño
Lei non è donna di nessuno!
I vostri schiaffi
non l’hanno toccata mai.
Lei è il mio dipinto
che vedo solo nel cielo.
Ti riconosci nel suono
che non ballerà con nessuno,
hai portato un unico amore in versi
dove tutti di lei innamorati
potevamo godere
il suo tenero volto,
come un silenzio assente.
Tu intrappolato nell’odio
hai strangolato
il musicista dentro te stesso!
Tu che non accarezzi niente,
rimasto solo con il bandoneon
dove penetra solo lei,
sei felice adesso?
Di giorno,
donna come la preghiera,
scende sulla mia mano,
sta pregando il mio dipinto
cha la presenti a questa terra!
Nuda e sveglia solo sopra il suono,
la abbraccio davanti a tutti
ballo con lei,
sento come mi stringono
la sue gambe
in un attimo fuggente.
Mi sono riconosciuto
solo su un muro di taverna
e Buenos Aires già mi abbandona.
Lei non è donna di nessuno!
Il nostro incontro
deve ancora avvenire.
Solo, con un bicchiere di vino,
dipingo con il suo colore
l’amore scomparso
come se non fosse esistito mai.
Lei non è donna di nessuno –
dipingerà al cielo gli amanti morti
nel suo sguardo,
solo così li riconoscerà
in tutte le vite,
e la sua anima potrà bere
i loro sapori uniti
in un unico colore dell’acqua!
Invierno porteño
Tu – donna di nessuno,
sei stata solo mia ombra,
i miei soli cadevano
tra le mie ossa
dal tuo fuggire al cielo
dove eri l’arco delle tempeste!
I miei piedi si inchiodavano
sotto la terra,
mi sono riconosciuto nel suono
che non ballerà con nessuno!
Ora, davanti alla morte,
lascio le mie carezze
sulle strade di Buenos Aires
come se fossero la solitudine
della gelosia
per i tuoi amanti scomparsi.
Chiamate la mia musica
da tutte le parti
ma non sotto il mio nome.
Il mio suono è sentire –
il colore del buio
l’amore senza tocco
il silenzio del dolore
l’abbandono del proprio nome!
Chiamate la mia musica
dove io non sia!
Non accarezzo niente,
lo sguardo vago,
mi chiedo una cosa sola:
“Senza me stesso, solo sulle strade,
un’unica donna arriverà tra le mie mani?”
Musica si ferma, sorpresa dai suoni dell’uomo,
non sa a chi pensare, dove fuggire da sola.
Pratolino, 8. VI 2013
20:32
VIOLENTANGO di Marina Popadić
Lei – donna di nessuno
era la moglie di una famiglia
che non ha conosciuto mai!
Si desiderava come donna senza figli.
Amore suo,
sarà la madre dei propri figli.
Lui la vedrà sempre.
Le donne cercheranno il suo amore.
Lei pregherà che i suoi pensieri
non tocchino i loro volti.
Lei – donna di nessuno
che non hai amato mai
né visto il suo pianto
mentre stava al tuo fianco
sorriderà ai miei figli.
Lei – donna di nessuno
era la moglie di una famiglia
che non ha conosciuto mai!
Lei sa che tu non puoi
perdonare a te stesso –
la tua paura verso la vita
è più grande di tutto.
Un uomo mai diventato l’uomo
non ha né colore, né suono.
Volevi ucciderla
ma il suo piacere è di averti messo
nudo davanti a te stesso.
Lei – la moglie di una famiglia
che non ha conosciuto mai
dedica a te queste parole,
non ad un lettore
per il quale sei e rimarrai
solo un musicista.
Borgo San Lorenzo, 2. II 2013
12:24
TRISTANGO di Marina Popadić
Non ti voglio conoscere,
la solitudine s’insinua nel suono,
la vita è tutto quello che non possiamo toccare.
Le strade sono le mie ombre
e lì risuona il mio nome.
Pregavo l’amore a tutte le sbronze.
Basta il tuo volto per poter voler bene.
La morte è l’unica che non si oppone
al nostro sguardo.
Ti abbraccerò la prossima volta,
ora vado a voler bene
ad un albero nel tramonto
tu – aspettami su un ponte all’alba.
Non ti voglio conoscere,
la solitudine s’insinua nel suono.
Il mio sogno è
poter voler bene
ad un volto sconosciuto.
Ma sappi che i ponti ballano
ogni giorno nei pensieri
e aspettami all’alba –
vedrai,
assaggerai la purezza al volo.
Prova a credermi
anche se non voglio conoscerti.
Ronta, 16. VI 2013
16:30
LIBERTANGO di Marina Popadić
Oh, cani di questa terra!
Vi respiro negli incompiuti disegni
dove vi presentate
come se foste un uomo.
Oh, cani di questa terra!
Non siete stanchi di parlare
come si dovrebbe camminare
nel canto di serenità?
Oh, cani di questa terra,
lasciate che il silenzio dica,
non raccontate niente di lui.
Canti di serenità ovunque –
niente e nulla non si ferma,
la vita resta intoccabile!
Ronta, 18. VI 2013
19:48