Descrizione
In questo lavoro ho voluto richiamare lāidea di āConcept Albumā, un viaggio fra le corde dove ho avvicinato autori e stili di epoche diverse, spesso lontane fra loro valorizzando, tuttavia, la musica da loro scritta e dimostrando, in primis a me stesso, che con la dovuta sensibilitaĢ e competenza si possono far convivere in modo convincente idee e approcci compositivi anche apparentemente distanti. Un viaggio articolato in diciotto brani che mi auguro ti entusiasmi come ha fatto e continua a fare a me ogni volta che lo rivivo, nel suonarlo o ascoltarlo.
Giovanni
01. PER LAURA ā Luigi Sabbatini
Il āPetit preĢludeā ha ispirato lāintroduzione a questo mio viaggio fra le corde percheĢ ha in seĢ il sound del linguaggio romantico e del Cool jazz . Una sorta di incontro fra FreĢdeĢric Chopin e Bill Evans. La chitarra classica suggerisce lāambiente timbrico ideale per questo connubio pianistico, rivelando quanto i due strumenti polifonici, apparentemente cosiĢ lontani, siano al contempo vicini.
02. AVE MARIA ā Franz Schubert
Questa famosa composizione eĢ stata scritta come lied, una canzone cantata da una voce femminile accompagnata dal pianoforte. Il nome originale eĢ āEllens dritter gesangā op.52 n°6, tratto dal poema epico di W.Scott āThe lady of the lakeā pubblicato nel 1810. La protagonista eĢ una ragazza che vive in esilio con suo padre e che, per determinata circostanza canta una preghiera rivolta alla Vergine Maria, invocando il suo aiuto. Le parole iniziali pronunciate da Ellen, “Ave Maria”, non hanno alcun rapporto con l’omonima preghiera della tradizione cattolica, il cui testo latino eĢ stato in seguito aggiunto alle note di Schubert, e non musicato dal compositore con questo specifico intento. La tonalitaĢ originale eĢ in Si bemolle ma lāho trascritta in Sol maggiore, tonalitaĢ che bene si presta per sfruttare la risonanza delle corde a vuoto della chitarra e la gestione dello sviluppo accordale lungo la tastiera. Lāaspetto piuĢ complesso della trascrizione eĢ stato rendere il piuĢ possibile cantabile la melodia sulle prime due corde articolando gli arpeggi degli accordi con posizioni accordali accessibili. Eā stato un lavoro lungo ma ne sono soddisfatto.
03. HORIZONS ā Steve Hackett
Una piccola gemma strumentale composta da Steve Hackett, storico chitarrista di una delle band piuĢ importanti del rock progressivo mondiale: i Genesis. Insieme a Peter Gabriel, Phil Collins e company, Steve ha contribuito a fare la storia della musica di questo genere musicale, soprattutto nel loro periodo piuĢ produttivo degli anni settanta. Questa composizione eĢ il brano dāapertura del lato B del disco āFoxtrotā del 1972, che poi lascia spazio alla bellissima Suite Supperās Ready. Comincia con la dolcezza degli armonici naturali proposti dalla chitarra acustica sulle corde libere, per poi sfociare in questa sorta di danza che ricorda sonoritaĢ barocche citando le prime battute del primo movimento della Suite per violoncello solo BWV 1007 di Bach.
04. BOURREĢE ā Johann Sebastian Bach
Una delle danze piuĢ famose scritta per liuto dal grande compositore tedesco. In questo mio viaggio fra le corde suonare la BoureĢe di Bach dopo Horizon mi eĢ sembrato una cosa naturale. Le due composizioni si rincorrono convivendo in modo spontaneo nella medesima Suite composta intorno al 1715, con la differenza che hanno piuĢ di due secoli di distanza. Il potere della Musica!
05. STUDIO N°4 ā Mario Gangi
Per lo stesso motivo chiudo questa sorta di trilogia di danze considerando questo studio in Mi minore, tratto dai 22 studi per chitarra del M° Gangi, come una sorta di Corrente dal carattere movimentato che rispetta lāapproccio compositivo sia armonico che ritmico, proprio della Suite barocca.
06. ROMANZA (GIOCHI PROIBITI) ā Anonimo
Eccola. Forse il brano piuĢ richiesto dal pubblico dei ānon addetti ai lavoriā. Questa romanza cosiĢ piacevole allāascolto eĢ diventata un Cult del repertorio chitarristico per lāessenzialitaĢ compositiva rappresentata dal ābel cantoā, molto lirica e suggestiva evoca ricordi ed immagini soggettive che piacciono molto. Divenuta famosa come colonna sonora del film francese Giochi proibiti di CleĢment del 1952, eĢ stata incisa da Narciso Yepes che se ne eĢ attribuito la paternitaĢ, mai realmente confermata. Ci sono infatti manoscritti che riportano questa melodia come studio melodico del grande compositore Fernando Sor, senza peroĢ una firma autografa. Altri sostengono che sia una melodia popolare russa tramandata oralmente che eĢ arrivata in Spagna laddove eĢ stata scritta, adattata e pubblicata.
07. LAGRIMA ā Francisco TaĢrrega
Eā un preludio romantico molto famoso, e in questo viaggio fra le corde ogni brano eĢ in simbiosi con il precedente e successivo. Giochi proibiti e Lagrima hanno in comune la tonalitaĢ e il cambio di modo da minore a maggiore nel corso della composizione. Simili come andamento ritmico, gestiscono una cantabilitaĢ melodica sulla prima corda molto pronunciata. Il brano ha una scrittura compositiva assai convincente che dimostra come TaĢrrega sia stato uno dei piuĢ influenti compositori spagnoli per chitarra rappresentativi del nostro repertorio.
08. UN DIA DE NOVEMBRE ā Leo Brower
Restando in ambito latino e insieme cinematografico ecco Leo Brower, compositore cubano di grande spessore che ha dedicato gran parte delle sue composizioni alla chitarra. Un dia de Novembre eĢ un brano scritto per il film omonimo diretto dal regista connazionale Humberto Solas del 1972, dove la chitarra si esprime con un carattere intimo e delicato mettendo in risalto le grandi opportunitaĢ timbriche che la contraddistingue.
09. BLOOD ON THE ROOFTOPS ā Steve Hackett
Ritorna Steve Hackett che dimostra di avere una ragionevole passione per la chitarra classica, Bach, AndreĢs Segovia e tutto il mondo delle sei corde. Questo eĢ un brano che fa convivere lāapproccio barocco nella prima parte, con uno contemporaneo nella seconda, dove muove la melodia sulla prima corda con un intenso lavoro di legature di portamento. Contenuto nel disco āWind & Wutheringā del 1976, eĢ una dolce introduzione di chitarra che riporta alla mente paesaggi autunnali, la melodia si sviluppa lentamente e si annoda fino al verso centrale, per poi tornare a fluire calda e commovente prima di sfumare in lontananza. Eā il preludio ad un saluto, eĢ la sigla di un viaggio appena concluso, eĢ un amico che scompare dietro porte che non si riapriranno piuĢ. O, piuĢ semplicemente, una metafora dellāaddio di Hackett ai suoi compagni di viaggio che lasceraĢ definitivamente lāanno seguente per dedicarsi alla carriera solista.
10. ETUDE N°1 ā Heitor Villa Lobos
Lāaccordo che conclude Blood on the rooftops ha creato il collegamento che mi porta a suonare uno degli studi per chitarra piuĢ conosciuti del compositore brasiliano Heitor Villa Lobos. Questo brano rappresenta uno studio sulla tecnica dellāarpeggio della mano destra con una combinazione delle dita proposta da AndreĢs Segovia. Eseguito la prima volta dal grande Maestro nel 1947, questa composizione ha in seĢ il sound inconfondibile delle progressioni accordali di Johann Sebastian Bach e suggerisce quasi una miniatura delle Bachianas Brasileiras dove vi eĢ una forte fusione di musica popolare brasiliana con lāarte contrappuntistica barocca del compositore tedesco. Voglio segnalare che ho cambiato intenzionalmente diteggiatura dellāarpeggio della mano destra escludendo lāanulare, ed articolando tutto con āp i mā per favorire lo scandire delle note con il peso del pollice in riferimento allo spiegarsi degli accordi durante la progressione. Il manoscritto originale non prevede ritornelli e ripetizioni di alcun tipo come invece ha sempre fatto Segovia, probabilmente per rafforzare il lavoro muscolare della mano destra in relazione allāarticolazione dellāarpeggio. Nella parte centrale dello studio, quella dellāaccordo diminuito che scende per semitoni, ho preferito scegliere solo alcuni accordi ritornellati lasciando singoli altri che fluidificano il movimento generale dellāandamento del brano. La mia eĢ una scelta stilistica fatta con il massimo rispetto per il grande Maestro ma, considerata anche lāassenza di indicazioni specifiche dellāautore, mi sono concesso questa libertaĢ esecutiva.
11. LA CAVATINA (REMAKE) ā Stanley Myers
Personalmente sono molto legato sentimentalmente a questo brano. Rappresenta la colonna sonora di un famoso film (Il cacciatore) che esibisce talenti del mondo cinematografico come Robert de Niro, Christopher Walken e Meryl Streep da una parte, e questa meravigliosa musica scritta da Stanley Myers con il grande contributo esecutivo di un grande chitarrista classico come John Williams dallāaltra. Dopo Segovia, Williams eĢ stato un riferimento per la sua e le generazioni successive dal punto di vista tecnico, esecutivo ed interpretativo. Successivamente all’uscita di The Deer Hunter nel 1978, la versione strumentale di Williams divenne una hit nella Top 20 del Regno Unito nel 1979 portando la chitarra classica finalmente sul tetto del mondo dove merita di stare. Il brano eĢ composto da due sezioni AB con il ritornello di A.
Ho sempre avuto la voglia di sperimentare arrangiando decine di brani in qualsiasi contesto musicale, spaziando dalla musica classica al rock passando per il pop. Qui ho scelto di cimentarmi in una rivisitazione della sezione B cercando di darle una veste armonica e melodica piuĢ articolata rispettando sempre, anche se da lontano, il pathos dellāautore. Spero che ti piaccia questa nuova versione della Cavatina!
12. BREATHE ā Giovanni Zardini
Ritroviamo qui, in Breathe la spinta creativa e la vena compositiva. Significa āRespiroā inteso come momento di riflessione e di relax al tempo stesso. Una sorta di evasione dalla frenesia della vita di tutti i giorni cosi troppo veloce e ahimeĢ, a volte, superficiale. Ho creato un piccolo collegamento melodico con la Cavatina per mantenere vivo il filo conduttore di questo mio viaggio fra le corde. Questa composizione eĢ il risultato di un lavoro che negli anni mi ha portato a sperimentare varie soluzioni accordali proposte in arpeggio, āsmanicandoā lungo la tastiera cercando le migliori risonanze in relazione ad una idea di brano che avesse la funzione di introduzione a qualcosa, una sorta di Overture che puoi adattare ad una composizione successiva sia classica, pop o percheĢ no anche una ballad rock.
13. PRELUDIO DE LA ALHAMBRA ā Giovanni Zardini
Ho sempre avuto una sorta di ammirazione per la tecnica del tremolo. Questo āmandolinatoā ribattuto crea delle suggestioni veramente magiche. Ho amato suonare e mettere costantemente in repertorio Recuerdos de la Alhambra di Francisco TaĢrrega. Per questo motivo, sfruttando la medesima tecnica, ho composto un brano che giaĢ in una sorta di Preludio cerca di evocare immagini ed emozioni cosiĢ come si concretizzano nello sviluppo della Sonata del compositore spagnolo.
14. RECUERDOS DE LA ALHAMBRA ā Francisco TaĢrrega
Una composizione famosissima. Suonata da tutti i grandi interpreti per decenni come un Must del repertorio chitarristico. Tanti di noi si sono confrontati con le esecuzioni magistrali di AndreĢs Segovia, John Williams, Narciso Yepes e David Russel solo per citarne alcuni. La mia versione rispetta la tradizione, anche come velocitaĢ, cercando di gestire al meglio il fraseggio dinamico e lāintellegibilitaĢ delle voci.
15. TU SI NA COSA GRANDE ā Domenico Modugno
In questo viaggio fra le corde eĢ ricorrente lāaccostamento di brani con le medesime tonalitaĢ e/o il cambio di modo. Il capolavoro di TaĢrrega si conclude in La maggiore mantenendo sempre quella vena malinconica tipica delle tonalitaĢ minori. La versione che suono mi eĢ stata suggerita da Vito Nicola Paradiso in una delle sue trascrizioni. Se si ascolta il brano originale, con lāausilio dellāorchestra e della voce del grande Modugno, si percepisce solo in parte la possibile convivenza fra le due composizioni. Poi peroĢ, suonandola in modo molto lirico, trascinato, quasi sognante si riesce a gestire questo accostamento che, a mio parere, diventa cosiĢ naturale, spontaneo e limpido.
Con questa canzone il cantautore barese vinse il Festival di Napoli del 1964. Parecchi artisti italiani ne hanno fatto, in seguito, una cover. Ricordiamo le versioni piuĢ famose come quella di Ornella Vanoni, Mina e Roberto Murolo.
16. ETUDE N°8 ā Heitor Villa Lobos
Lo studio di Villa Lobos…un piccolo concentrato emozionale! Dal turbolento al leggiadro, dal grigio nuvoloso al sereno primaverile. Nel mio viaggio fra le corde non poteva mancare. Trovo affascinante la gestione armonica degli accordi, le scale con i cromatismi, e il fatto che il tema sia ben nascosto nella prima parte camuffato da quei bicordi quasi dissonanti per essere poi riproposto molto cantabile in DO diesis minore. Considero questo studio come una sorta di tappa che porta il mio viaggio verso una conclusione carica di pathos, sia emozionale che ritmica, con i due brani che seguono dai connotati decisamente spagnoleggianti.
17. ETUDE N°7 ā Heitor Villa Lobos
Arriva con tutta la sua forza, la sua dinamica, il suo sound quasi flamenco. Questo meraviglioso studio dimostra quanto la musica popolare sia importante nella vita del compositore, e quanto sia spesso emancipata nel contesto stilistico ritmico, armonico e melodico. Qui il chitarrista si mette in gioco con scale e virtuosismi, accordi e legature, arpeggi e rasgueadi. Un brano che sembra quasi ti sfidi a duello nella prima parte, quella centrale invece eĢ una sorta di tregua molto melodica con una vena malinconica e sognante, per poi tornare al confronto nudo e crudo denso di tecnica, a volte anche molto muscolare, che ti porta alla conclusione con lāultima scala discendente che culmina con un Mi a vuoto carico di tensione, lasciato li, solo.
18. ASTURIAS (leyenda) ā Isaac AlbeĢniz
Il mio viaggio fra le corde si conclude con la composizione forse piuĢ nota del repertorio chitarristico bencheĢ, strano scherzo del destino, sia stata concepita per pianoforte costituendo, comāeĢ noto, il quinto movimento della Suite espanola op. 47 del compositore spagnolo Isaac Albeniz. Lāadattamento per chitarra, talvolta attribuito a F TaĢrrega, eĢ in una tonalitaĢ piuĢ naturale per noi chitarristi: il Mi minore. Come spesso eĢ accaduto, colui che lāha consacrata ai posteri come uno dei nostri cavalli di battaglia piuĢ famosi eĢ di certo AndreĢs Segovia, che lāha proposta per decine di anni nelle sale da concerto di tutto il mondo rendendola immortale. Strutturata in due movimenti e un āda capoā, personalmente considero il secondo di una bellezza straordinaria, che con delicatezza ma al tempo stesso con un forte carattere allude ai tratti stilistici peculiari della musica spagnola e delle tipiche inflessioni armoniche (come lāuso della āCadenza flamencoā).
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