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Sybilla e altre storie… – Tosca Tavaniello, Giulio Tavaniello, Federico Maddaluno

Descrizione

musiche di Edoardo Catemario

Il progetto Sybilla e altre storie, è un progetto visionario che riporta in primo piano strumenti spesso relegati ai margini della musica classica. Arpa, mandolino e chitarra si fondono in combinazioni in cui convergono da un lato la grande tradizione compositiva classica, con citazioni di grandi autori del XIX e XX secolo, e dall’altro le influenze della musica popolare di tradizione e quella di ambito rock e pop. Un progetto di grande raffinatezza suonato con maestria da musicisti di straordinaria perizia tecnica. Un’ora di godimento musicale.

Note di copertina

Gli strumenti a corde pizzicate, complice la storia della musica ufficiale che li ha relegati a strumento di scarsa rilevanza, sacrificati sull’altare dello strumento di riferimento post rivoluzione industriale (il pianoforte), hanno spesso contato su di un repertorio definito marginale e popolaresco.

Il repertorio per mandolino e arpa, chitarra e arpa e ancor più per trio di strumenti a pizzico è decisamente esiguo. Eppure il fascino di questi strumenti, presi individualmente, ha sedotto alcuni fra i più grandi compositori della storia.

Il progetto di scrivere per questi strumenti è legato, nel mio caso, alla qualità di alcuni giovani strumentisti. È per Tosca e Giulio Tavaniello e per Federico Maddaluno che ho pensato di scrivere due opere di grande respiro.

La suite “Genesi” per arpa e chitarra descrive gli stati d’animo relativi ai principi fondamentali della materia e di come questi interagiscono con la spiritualità. Si tratta di una suite in quattro movimenti ricca di citazioni d’autore: da Debussy a Faurè, a Liszt a De Falla. I quattro movimenti sono pensati come un unicum che si trasforma in un andirivieni di riferimenti colti e di matrice popolare che includono suggestioni rock e hard rock.

“Le foglie della Sybilla”, la sonata per mandolino e arpa, è invece un’opera basata sulla sublimazione delle danze popolari. La musica napoletana incontra BARTÓK e STRAVINSKJJ, un momento musicale che, almeno nelle intenzioni, vuole rappresentare la nobiltà della tradizione popolare che, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non è affatto scontata. I quattro movimenti includono momenti di energia senza freni e melodie cullanti.

Completano questa registrazione due brani brevi: il primo, Introduzione e Fandango, per trio a pizzico, il secondo, inno alla luna, per voce e trio. Introduzione e Fandango nasce pensando alla musica barocca e in particolar modo ad Alessandro Scarlatti. Di fatto il mio Fandango è basato sul quello di Scarlatti. Nell’introduzione si fondono elementi di tradizione carnatica indiana con armonie blues e jazz, il Fandango è invece un gioco sottile che tende a smontare la certezza del tempo in tre quarti portandolo ad un numero dispari: il cinque quarti. È un brano di profondo umorismo, quasi grottesco.

L’inno alla luna l’ho scritto usando due liriche di Saffo, da un lato pensando alle barcarole della tradizione napoletana, dall’altro alle suggestioni della musica di Carl Orff. Si tratta di un’aria che mette a dura prova le capacità tecniche del Soprano, portandola spesso ai limiti stessi della vocalità.

 

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