Descrizione
Erik Satie (1866 – 1925)
- Gnossienne n. 1
- Gnossienne n. 2
- Gnossienne n. 3
- Gnossienne n. 4
- Gnossienne n. 5
- Gnossienne n. 6
- ‘Je te voux’, valse
- Gymnopedie n. 1
- Gymnopedie n. 2
- Gymnopedie n. 3
Ilaria Baldaccini pianoforte
Quando qualcuno domandava a Rossini chi era il musicista più grande, lui rispondeva ‘Beethoven’. Quando gli si obiettava: ‘E Mozart?’, lui rispondeva: ‘Voi mi avete domandato chi era il più grande. Non mi avete domandato chi era unico’. Se qualcuno mi interrogasse sulla nostra epoca io risponderei senza esitazione che i più grandi sono Debussy e Stravinsky. E aggiungerei subito: ‘Ma Satie è unico’.
Jean Cocteau
Nel silenzio di Satie
di Carmelo Mezzasalma
Satie amava molto il pianoforte, sebbene non fosse un buon pianista, e non sorprende che la sua produzione di composizioni pianistiche sia piuttosto vasta e articolata in diversi periodi rispondenti all’ispirazione del momento. In questa produzione spiccano, tuttavia, Les trois Gymnopédies, Les trois Gnossiennes, per il loro alone misterioso e trasparente, ma anche l’altrettanto celebre Valse, dalla scrittura elegante e dolcemente popolare. Non va neppure dimenticato, a proposito delle prime due, che Satie si era dedicato, tra l’altro, a un studio assiduo del canto gregoriano. Di fatto, per il ritorno ostinato di melismi identici e per le curiose annotazioni enigmatiche di ritmo, dirette all’esecutore, queste partiture chiamano fortemente in causa l’intuizione, la sensibilità e l’intelligenza creativa dell’interprete. Credo, dunque, che Ilaria Baldaccini, nell’affrontare la musica pianistica di Satie, mostri davvero un’esperienza musicale consapevole di queste partiture con uno stile di esecuzione, anche originale e molto partecipe, tutto sospeso com’è tra ritmo, sonorità e una cantabilità sognante ed evocativa. È indubbio, in effetti, che soprattutto nelle Gymnopédies e nelle Gnossiennes, il silenzio giochi un ruolo essenziale, silenzio intorno alla musica e allo stesso tempo evocazione del silenzio fin dentro la “modalità” della leggerezza melodica. Un viaggio interiore di Satie, questo del silenzio, nel mistero inesauribile del pianoforte.
Un giaccone di velluto che tiene caldo e occhialini per veder lontano
di Renzo Cresti
Il percorso artistico di questo autore dall’idea di musica personalissima è assai variegato, nelle motivazioni, nelle finalità, nei generi e negli organici.… Continua
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