Categorie prodotto

Koiné – Roberto Picchi

Descrizione

01 Danza Kurda, flauto rinascimentale, violino, viola e violoncello

02 Stasimi e danze, ghironda e quartetto d’archi

I Partenze

II Allegro risoluto

III Sognando

IV Fiaba

V Sereno

07 Pazzo per mia pietà, cantata per soprano e clavicembalo

08 La corona di Balkis, quartetto d’archi

I Allegro con fuoco

II Adagio

III Danzando

11 Sicut in caelo et in terra, 3 voci femminili e chitarra Sanctus

12 Alleluia

David Bellugi, flauto rinascimentale contralto Stefano Zuffi, ghironda
Emmanuele Baldini, violino
Simona Cavuoto, violino

Thomas Cavuoto, viola
Marco Ferri, violoncello
Weng Shu Mei, soprano
Mara Fanelli, clavicembalo Harmonia Cantata, voci femminili Roberto Picchi, chitarra

 

L’equilibrio tra le diverse forze di una composizione è come la linea dell’orizzonte: cambia sempre,
in relazione al nostro punto di osservazione.

Pazzo per mia pietà

Accompagnatemi, accompagnatemi amici Ah le avessi io le vostre lingue e i vosti occhi farei crollare a pezzi la volta del cielo.
Se n’è andata per sempre
Io so quando una e morta e quando vive
E lei è morta come terra
Se n’è andata per sempre
Pazzo per mia pietà
Che diventasse grande
Come gli astri splendenti della notte
Santo, per farlo santo
Che diventasse vento verdeggiante
Costa, scogliera e mare
Grifone sulla scogliera
Nel vento verdeggiante
Perchè diventasse onda e minuta sabbia

Attorno a una testa di capelli che gridano Centomila gridi attorno alla testa
Perchè lui diventasse padre mio
Padre d’ogni secondo e d’ogni spasimo Padre mio dissolto, volato

Disceso con le nude mani nei burroni Braccato dagli eserciti
Io l’ho tradito!
Per farlo prendere e legare

E ora giace muto e pallido Sepolto nel mio grembo L’acqua lo veli e lo plachi

Nel cristallo che increspa il suo viso Scivola in onde e si torce
Ed il mio ventre, il mio seno
Ed il mio mento sollevato

E le mie fiere pupille siano
I suoi rabbiosi cani da guardia Detestabili custodi della separazione

E ora giace muto e pallido Sepolto nel mio grembo L’acqua lo veli e lo plachi

(testo di Arnaldo Picchi)

A proposito delle notevoli differenze tra i lavori contenuti nel CD e alle loro possibili motivazioni, proviamo a paragonare questi 47 minuti ad un libro giallo.

Che cosa si aspetta un lettore quando compra un libro giallo? Immagina di essere testimone di un delitto, di seguire le indagini della polizia, di formulare alcune ipotesi sull’autore del crimine e di verificare la fondatezza di tali ipotesi alla fine del libro, quando l’autore fornisce la chiave del mistero. A questo punto il libro perde totalmente di interesse, tanto che raramente, molto raramente, sentiamo il bisogno di rileggerlo, magari per esaminare meglio la tecnica dello scrittore.

Ma che cosa succede se l’autore, alla fine del libro, non svela l’identità del colpevole e lascia al lettore tutte le deduzioni del caso, sentendosi sufficientemente onesto intellettualmente, per aver fornito tutti i particolari necessari alla sua identificazione? Penso che esistano solo due possibilità: o ritorniamo dal libraio pretendendo di essere rimborsati, perché il libro è una truffa, ha ingannato le nostre aspettative, create ad arte e vilmente disattese; oppure riflettiamo.

Probabilmente dobbiamo rileggere meglio il libro, esaminare gli indizi secondo un’ottica diversa da quella che abbiamo utilizzato nella prima lettura, collegare i particolari in base a nuovi criteri, frutto di un ripensamento metodologico e giungere a nuove conclusioni, che però possono apparire parziali; ad esse, infatti, se ne possono aggiungere altre, ed altre ancora. Così, il libro rimane vivo, continua ad arricchirci con la molteplicità delle tesi che forse ci suggerisce, ma che siamo noi ad elaborare compiutamente. Ci sentiamo finalmente attori, non semplici spettatori passivi, e per questo il valore dell’opera supera abbondantemente le nostre previsioni o le eventuali delusioni suscitate dalla mancanza della certezza finale, che solo l’autore ha facoltà di rendere irrevocabile, ben sapendo così di condannare il suo lavoro ad una vita effimera, misurabile precisamente nel numero delle pagine che lo costituiscono.

Analogamente, domandiamoci, che cosa lega la Danza Kurda al Sanctus, o gli Stasimi alla Cantata, o il Quartetto a tutto il resto? Il filo d’Arianna esiste, ma deve essere cercato e trovato. Può anche darsi che possa essere inventato. Forse esistono molti fili, e non dobbiamo limitarci, né tanto meno accontentarci del primo che troviamo.

La soluzione dell’enigma può anche non essere unica, ma variare da persona a persona: se così fosse, ognuno ha pienamente il diritto di formularne una, o, se gli piace, di individuarne più d’una. Inoltre, giacchè siamo nel campo delle pure ipotesi, non è escluso che le soluzioni possano modificarsi nel tempo, e quella che oggi appare la più probabile domani potrebbe sembrarci ingenua, nei confronti di una nuova soluzione, che giudicheremo molto più sofisticata.

In questo modo, forse, un’opera artistica può sperare di superare i limiti del numero di pagine che la costituiscono e immaginarsi una vita più duratura, una capacità di rimanere attiva e utile per i lettori, oltre i propri limiti temporali, e oltre le mode, le abitudini e i gusti del momento in cui è stata realizzata, affrancandosi così, definitivamente, dalla schiavitù del presente.

Roberto Picchi

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Koiné – Roberto Picchi”

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *