1) Vexilla regis prodeunt S. 185 (1864)
2) Stabat Mater S. 172b (senza data)
3) Resignazione S.187a (1877)
4) Ave Maria S.545 (1881)
CHOĢRALE (fine anni ’70)
5) Crux ave benedicta
6) Jesu Christe (Die fuĢnf Wunden)
7) Meine Seel erhebt den Herrn
8) Nun danket alle Gott!
9) Nun ruhen alle WaĢlder
10) O Haupt voll Blut und Wunden
11) O Lamm Gottes!
12) O Traurigkeit
13) Vexilla regis
14) Was Gott tut, das ist wohlgetan
15) Wer nur den lieben Gott laĢĆt walten
VIA CRUCIS S.53 (1879)
16) Vexilla regis
17) Station I JeĢsus est condemneĢ aĢ mort
18) Station II JeĢsus est chargeĢ de sa croix
19) Station III JeĢsus tombe pour la premieĢre fois
20) Station IV JeĢsus rencontre sa treĢs sainte meĢre
21) Station V Simon le CyreĢneĢen aide JeĢsus aĢ porter sa croix
22) Station VI Sancta Veronica
23) Station VII JeĢsus tombe pour la seconde fois
24) Station VIII Les femmes de JeĢrusalem
25) Station IX JeĢsus tombe une troisieĢme fois
26) Station X JeĢsus est deĢpouilleĢ de ses veĢtements
27) Station XI JeĢsus est attacheĢ aĢ la croix
28) Station XII JeĢsus meurt sur la croix
29) Station XIII JeĢsus est deĢposeĢ de la croix
30) Station XIV JeĢsus est mis dans le seĢpulcre

Lāavventura artistica e biografica di F.Liszt (1811 ā 1886) ci offre la possibilitaĢ di vedere da una prospettiva molto ampia tutto il movimentato diciannovesimo secolo musicale.
Allievo di C. Czerny, a sua volta allievo di Beethoven, Liszt crebbe come il piuĢ strabiliante pianista che avesse calcato i palcoscenici fino a quel momento, superando addirittura i fasti paganiniani. Lāaneddotica sul pianista Liszt, anche da parte dei suoi avversari musicali, eĢ sorprendentemente concorde.
Per sottolineare il dominio totale della tastiera, Liszt stesso scrisse a suo uso molti brani in cui sfrutta tutte le possibilitaĢ tecniche del pianoforte, alcune dei quali erano eseguibili probabilmente dal solo Liszt.
E fu cosiĢ che Liszt venne associato indissolubilmente al pianoforte nella sua versione piuĢ virtuosistica, scintillante, chiassosa, bombastica, magari in opposizione alla dimensione piuĢ intima ed espressiva per esempio di Chopin.
Una visione cosiĢ parziale della eterogenea e complessa opera di Liszt eĢ stata solo in parte rivista nel Novecento. Anche solo per quanto riguarda il pianoforte, eĢ evidente che accanto a brani molto estroversi ve ne sono anche di espressivi e raffinati, come ad esempio nelle raccolte degli Anni di Pellegrinaggio.
Meno noti ma di enorme bellezza alcuni brani di tarda composizione in cui Liszt rinuncia totalmente ad un uso āconcertisticoā del pianoforte, scrivendo brani spogli ed angosciati, come ad esempio Nuages gris. La novitaĢ di linguaggio eĢ sconvolgente, avventurandosi nella atonalitaĢ e adottando soluzioni musicali che il Novecento avrebbe guardato con interesse.
Ancora meno conosciuti i brani che Liszt compose a tema sacro e religioso.
Eā curioso che un compositore dedichi al pianoforte brani di musica sacra: il pianoforte eĢ uno strumento che raramente si accompagna alle funzioni sacre cristiane e il suo repertorio eĢ quasi totalmente profano.
Unāidea cosiĢ particolare ha peroĢ una ragione biografica profonda: nel 1827, dopo la morte improvvisa del padre Adam, e dopo una relazione amorosa finita bruscamente con Caroline di Saint-Cricq, Liszt meditoĢ di prendere i voti, nel 1829. Ne fu sconsigliato dalla madre, ma non perse mai interessi teologici e amicizie con uomini di cultura cristiani, come Lammenais.
Un altro periodo cruciale della vita di Liszt furono gli anni Sessanta: non riusciĢ a coronare il suo sogno di sposare Carolyne zu Sayn-Wittgenstein, dato che il Vaticano si oppose allāannullamento del matrimonio di lei nel 1861. Due lutti poi lo colpirono fortemente: la morte di due dei tre figli avuti dalla relazione con Marie d’Agoult: Daniel nel 1859, appena ventenne, e Blandine nel 1862, a 27 anni. Gli sopravvisse solo Cosima.
Liszt in quel periodo risiedette a Roma e divenne amico di Papa Pio IX. Decise quindi di prendere, nel 1865, gli ordini minori. Aveva ormai abbandonato lāabito del concertista acclamato in tutta Europa, ed inizioĢ a scrivere molta musica sacra.
Nello scrivere questo tipo di musica, Liszt studioĢ accanitamente lo stile antico e riscopriĢ le antiche modalitaĢ.
La modalitaĢ eĢ un modo di organizzare la scala: dopo Bach, peroĢ, i modi usati dalla musica colta erano sostanzialmente due: il maggiore e il minore, declinati nelle varie tonalitaĢ. Il primo a riproporre modalitaĢ diverse da maggiore e minore fu Beethoven, nel suo quartetto op. 132, ove lāampio movimento lento eĢ in modo lidio.
Ma il suo esempio rimase isolato fino a Liszt, che sfruttoĢ la melodia gregoriana e scrisse brani modali: Vexilla Regis ad esempio evoca il modo eolio. Uscendo dal discorso tecnico, la sonoritaĢ eĢ particolare, un poā arcaica.
PiuĢ tradizionale, invece, la scrittura pianistica, molto piena, in linea con tante composizione per pianoforte lisztiane. Liszt annota sopra la parte pianistica il testo latino, scritto da Venanzio Fortunato nel VI secolo.
Lo Stabat Mater eĢ simile come scrittura. Va sottolineata la citazione letterale, allāinizio, dello Stabat Mater di G.Rossini, composto nel 1842.
Resignazione eĢ un brevissimo ed enigmatico brano del 1877. Eā scritto sullāultima pagina di un altro lavoro, il Salve Regina, composto per organo. Questo dettaglio aiuta a capire il significato di questo brano.
Ave Maria fu invece composta nel 1881 in due versioni, una per voce e pianoforte e lāaltra che qui eĢ proposta per pianoforte solo. Si tratta di un brano molto intimo e dalla scrittura essenziale.
Fu alla fine degli anni ā70 che Liszt pianificoĢ una collezione di arrangiamenti pianistici di corali. Lāopera rimase probabilmente incompleta e non venne pubblicata durante la vita di Liszt (come molti suoi brani tardi pianistici). Il corale era ed eĢ alla base della musica sacra in Germania, soprattutto della chiesa riformata.
CāeĢ peroĢ da dire che i testi e le melodie dei corali molto spesso precedono lāopera di Lutero: prendendo in esame solo due casi: il celeberrimo O Haupt voll Blut und Wunden, che appare diverse volte nellāopera di J.S. Bach (ad esempio nella Passione secondo Matteo), deve il suo testo ad Arnulf von LoĢwen (1200 ā 1250 circa) e la melodia a Hans Leo Hassler (1564 ā 1612), musicista protestante. Oppure O Lamm Gottes! eĢ la versione tedesca dellāAgnus Dei, la cui melodia fu composta da Nicolaus Decius (1485-1517).
Queste considerazioni sulla storia musicale ci portano allāultimo lavoro del disco: la Via Crucis, composta a Tivoli nel 1878. Lāopera eĢ originalmente per coro, solisti e organo, ma egli ne fece subito diverse versioni, fra cui questa per pianoforte solo.
Lāinizio eĢ molto spoglio: la melodia gregoriana eĢ declamata su tre ottave differenti, senza alcuna polifonia.
Sentiamo poi un breve episodio imitativo che pare ricordare la polifonia cinquecentesca.
Nella prima stazione siamo invece brutalmente catapultati in un linguaggio aspro e non tonale, secco, quasi novecentesco.
La quarta stazione ricorda alcune armonie wagneriane audaci, mentre nella sesta il rimando evidentissimo eĢ a J.S.Bach. Si nota quindi un pluristilismo musicale impressionante, che pare sintetizzare la storia della musica in una sola opera.
Il finale eĢ ancora molto spoglio ed intimo, a confermare che questi brani, per Liszt, non sono da concerto ma oserei dire da preghiera. Era forse il suo modo piuĢ intimo di pregare, lontano dai fasti della scena, lontano dagli applausi. Molto vicino al silenzio.


