Il Pappatacio – Silvia Marchetti – V

scena semiseria da camera o da caffè
per soprano, clarinetto dialogante e pianoforte
Musica Silvia Marchetti
Libretto Gabriele Micheli
Fabrizia Bava, soprano
Emanuele Gaggini, clarinetto
Stefano Teani, pianoforte
Cataldo Russo, regia
EMA Vinci Edizioni

Teatro San Girolamo (Lucca)
4 Maggio 2019



IL PAPPATACIO
ovvero L’incontro

Protagonisti

L’amica tirata (o parsimoniosa), soprano

L’amica querula (o petulante), clarinetto in sib

Il cameriere imparziale (e servile), pianoforte

 

Sinossi

L’azione si svolge in un bar di Firenze e descrive l’incontro casuale di due amiche che decidono di fermarsi a prendere un caffè e raccontarsi le proprie vicissitudini. Ma le cose non dette prendono voce, le apparenze si sgretolano e lo scontro è inevitabile.

 

Indicazioni

Il clarinettista non interagirà fisicamente con il soprano, ma darà la voce all’amica querula nel suo dialogo con l’amica tirata.

Il soprano si muoverà sulla scena come se fosse presente fisicamente anche l’amica querula (gesticolando, passandogli oggetti, ecc.).

Il pianista interpreterà anche la parte del cameriere, prendendo l’ordinazione e servendo al tavolo.

 

A sinistra, un pianoforte e la postazione del clarinettista.

A destra, un tavolino con due sedie (sul tavolino: cestino con bustine di zucchero e porta tovagliolini).

 

(Il pianista/cameriere entra da destra con un canovaccio in mano e pulisce brevemente il tavolo prima di andare a sedersi al pianoforte.)

 

PRELUDIO

 

INTRODUZIONE

 

(fuori scena)

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Ma, sei proprio tu!?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Anche tu stai benissimo. Che piacere rivederti! Davvero!

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Saranno passato dieci anni! Dai, entriamo a prendere un caffè!

(entra in scena ed interagisce con l’amica querula come se fosse in scena)

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Eh sì, è proprio la borsa che mi regalasti per la maturità.

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Sediamoci qua. (si siede sulla sedia a destra)

(rivolta al cameriere) Cameriere!

 

(il pianista/cameriere si alza e va verso il tavolino per prendere l’ordinazione, ed arrivato al tavolo si schiarisce la voce per interrompere il monologo dell’amica querula)

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Anche per me un macchiato di soia e… e… e…

Ci porti due pappataci. No, scusi, solo uno, ce lo dividiamo.

 

(il pianista/cameriere torna al pianoforte, mentre l’amica querula riprende a chiacchierare)

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Eh sì, qui a Firenze si chiamano così delle paste con l’uvetta, buonissime!

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

No, sono grandi, una ci basta.

Allora, che mi racconti di bello?

 

ARIA DELL’AMICA QUERULA

 

Amica querula

(fa un lungo monologo malinconico)

 

Amica tirata

(interagisce con il racconto dell’amica querula mostrandosi dispiaciuta, a volte fa cenni affermativi, altre volte si stupisce. Le passa un fazzolettino al momento opportuno.

Essendo il racconto molto lungo, ogni tanto si distrae mettendo in atto delle piccole controscene divertenti: in una, finge di riconoscere una persona nel pubblico salutandola con la mano e mimando con le labbra un “ciao ci vediamo dopo”; poi torna a seguire il racconto annuendo e tornando dispiaciuta; poi nota il cestino con le bustine di zucchero sul tavolo e se ne infila qualcuna in borsa; infine torna a seguire il discorso dell’amica)

Oh, cara… Oh, cara… Oh cara, cara, cara.

Oh, come mi dispiace.

Chissà dov’è finito, povero Mario…

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Ma ti è rimasta quella bellissima casa sulla collina. No?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Ah. L’hai venduta…

Io invece ho divorziato (guardandosi il grosso anello di diamante).

 

ARIA DELLA STECCA

 

Amica tirata

Giampi usciva tutte le sere

per andare a giocare a biliardo.

(rivolta all’amica querula che non ha mai smesso di commentare e finire le frasi dell’amica tirata) Chetati!

Giampi, Giampi, Giampi, Giampi, Giampi…

Prendeva la stecca, la divisa della squadra, gesso, chiavi, portafoglio, sigarette, cellulare, un pacchetto di fazzoletti,

per andare a giocare a biliardo.

Giampi tornava sempre alle quattro.

Solo poi dopo, dopo, ah, ah, ah, ah, tu’…

Tu’ sapessi che cosa,

Ah, sapessi, sapessi cosa!

Poi ho scoperto dopo tre anni ah, ah, ah, ah,

che non sapeva giocare, ma,

aveva una relazione.

…e non era nemmeno una donna…

Amica querula

(fa un lungo monologo incredulo interrotto da brevi constatazioni dell’amica tirata)

 

Amica tirata

Eh, sì! Proprio così!

Stecca. Stecca e palle!

Ah ah ah ah ah ah!  (ride insieme all’amica querula)

 

(Mentre l’amica tirata continua a ridere il pianista/cameriere si avvicina e appoggia le tazzine e il pappatacio sul tavolo)

 

Amica tirata

(smettendo di ridere, rivolta all’amica querula) Visto che bello il pappatacio?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

(paga il cameriere con una banconota da 10 € poi gli fa cenno di aspettare, si fruga nelle tasche e nella borsa, e dà al cameriere una monetina da 10 C) Ecco, questa è per lei.

 

(il cameriere, un po’ perplesso, guarda la monetina e poi il pubblico, la prende e se ne va scuotendo la testa)

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Cosa?! Io? Tirata?

(rapidamente, rivolta al pubblico) Ma come si permette?!

(All’amica tirata) Io?!

 

Amica querula

(…)

 

MARCIA FUNEBRE SU UN’AMICIZIA DI VECCHIA DATA

 

Amica tirata

Nessuno può affermare una simile falsità!

Ripeto. Nessuno.

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Lo ha detto Silvia?

 

Amica querula

(…)

Amica tirata

Quella lucchese?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

E tu, tu non mi hai difeso?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

È la prima volta che ti offro qualcosa?

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

(parlando) Hai sempre pagato te?!

 

DUETTO SDEGNOSO

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

No, no, no, non sto scherzando. Non sto scherzando.

Sai che avevo mentito a Mario, Mario, Mario, Mario, per te! (puntandogli il dito contro)

Dicendo che tu eri simpatica e ricca di famiglia.

(rivolta al pubblico) Ah, lo avevo fatto per levarmi di torno quel cre… cre… cre…

Ah! Credici!

 

Amica querula

(fa un’invettiva isterica contro l’amica tirata)

 

Amica tirata

Ah, ora basta, basta!

Ma che stro… stro… Ma che stra… stra… stri… stru… stre…  Strooo… Strrr… Strega!

Ah, non ti ho mai sopportata e so bene come facevi ad avere tutti quei soldi per le mani!

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

Aaah, Tu capisci perché Giampi preferiva gli uomini a me? Gli uomini a me?!

Ah, cara, ma tu non sai perché il tuo Mario è scappato… (parlando) e non si fa più trovare!

Ah ah ah ah ah (con derisione) Chieditelo! Ah, ah!

Amica querula

(continua ad inveire)

 

Amica tirata

Anche io non ti ho mai sopportata! Non ti ho mai sopportata! Non ti ho mai sopportata! Non ti ho mai sopportata!

 

L’INCONTRO

 

(Un suono di campanello dà il via all’incontro/scontro nel quale l’amica tirata si muove sulla scena in maniera forsennata, mimando una rissa, quasi un incontro di boxe con l’amica querula)

 

Amica tirata

Oh che tr… tro… tro… tro…

Oh che tr… tro… Ah!

Che trivialità! Ah! Ah!

Ma va’ a… a… a… ah tro… tro… Ah!

 

(dopo il suono del campanello, come se fosse un incontro di boxe, l’amica tirata torna a sedere esausta, lasciandosi cadere sulla sedia. Per un periodo anche l’amica querula tace e quando ricomincia con le invettive anche l’amica tirata si rialza)

 

Amica tirata

Tutto questo per un pappatacio!

Un pappatacio! Ah!

Oh che trrr… trota! Troglodita!

Oh che trrr… tremito che mi piglia! Ah!

Ma va’ a… a… a… tro… trovare te stessa!

Ripeto, che trivialità! Ah! Ah

Tutto questo per un pappatacio!

Un pappatacio! Taci!

 

Amica querula

(…)

 

Amica tirata

No, non taccio! Taci! Taci! Taci!

Tutto questo per un pappatacio!

Un pappatacio! (prende il pappatacio e lo addenta)

(a bocca piena) Che trrr… ipudio! Non dovrò parlarti mai più!

(esce pappandosi il pappatacio.)