Questo nuovo e interessante progetto discografico raccoglie musiche originali, ispirate al tema delle danze del mondo, per l’insolita formazione di quattro chitarre. Il curioso titolo di Dedalophonìa è ispirato alla danza della gru nell’antica Grecia legata al mito del minotauro. Gli esecutori hanno cercato di portare fuori dal labirinto le culture del mondo unendole col filo di Arianna della danza. Dalla raccolta di Kleynjans in cui si fa un omaggio alle danze dalle diverse collocazioni geografiche (da quelle scandinave a quelle viennesi, fino all’Habanera e al Rag time) si passerà per la Rumba cubana rivisitata da Brouwer, alle danze brasiliane di Machado, fino alla leggenda paraguaiana del Karau, con le tipiche Polche, per arrivare alla riscoperta primordiale del gesto e del movimento nel pezzo di Edoardo Vella per terminare nel labirinto di pulsazione e ritmo del 4midable4 di Deraco, un omaggio alla cultura americana minimalista.
Francis Kleynjans – Les 4 points cardinaux Op. 139
Nato a Parigi nel 1951 è un importante chitarrista-compositore. Deve la sua formazione chitarristica al grande maestro Alexandre Lagoya, con cui ha studiato al Conservatoire National de Musique de Paris perfezionandosi successivamente con Alirio Diaz. Non solo esecutore ma anche compositore, la sua composizione A l’aube du dernier jour ha ottenuto il Primo premio al 22° Concorso Chitarristico di Parigi.
Vastissima la sua produzione compositiva che comprende più di 700 brani per chitarra sola e per formazioni cameristiche con chitarra eseguite in tutto il mondo. Il brano qui proposto è stato scritto nel 1997, si divide in sezioni, la prima intitolata Nord fa riferimento a una soffusa melodia scandinava, la seconda porta il titolo di Sud e si basa su una languida Habanera, mentre la terza, Est, riprende lo schema del Valzer viennese, qui bene ritmato, e la quarta, Ouest, si rifà a un Ragtime molto cantabile. Il tutto espresso con scrittura chiara e leggera che il Quartetto Le Consonanze sa rendere con lievità.
Celso Machado – Danças populares Brasileiras
Nato nel 1953 è un chitarrista e polistrumentista brasiliano. Attivo come insegnante, esecutore e compositore ha suonato sui palchi di tutto il mondo facendosi conoscere soprattutto per le rielaborazioni di musiche popolari tipiche della sua terra nativa. Anche questi brani prendono spunto dalle melodie e dai ritmi brasiliani in questa rielaborazione originale per quartetto di chitarre. Le danze popolari brasiliane in questione sono Ponteio (Agalopado), Ciranda (Roda, Roda), Cantiga (Minar), Catira (Bati sola), Frevo (Isquenta ô pé), si succedono alternando ritmi e modalità espressive, con parti di grande efficacia chitarristica e bell’effetto sonoro, egregiamente interpretate dal Quartetto che sa ricreare l’atmosfera ‘basiliana’ con fare divertito.
Leo Brouwer – Paisaje cubano con rumba
Nato nel 1939 è sicuramente il più importante chitarrista-compositore del secondo Novecento. All’attività concertistica (terminata negli anni ‘80 a causa di un problema alla mano destra) ha affiancato quella compositiva e di direttore d’orchestra. Enorme la sua produzione compositiva per chitarra, per chitarra e altri strumenti e per chitarra e orchestra eseguita in tutto il mondo dai più importanti interpreti della chitarra. Il brano eseguito in questo cd è stato scritto nel 1985 ed è forse uno dei più importanti brani originali per quartetto di chitarre. All’inizio del brano viene prescritta la chitarra preparata (con il termine “Sord”) che consiste nel posizionare tra le corde diversi materiale (cartoncino, stoffa, fiammiferi svedesi, di qualsiasi altro materiale) come prescritto dal compositore nella prefazione. Gli esecutori a piacere dovranno quindi posizionare sullo strumento la propria sordina che produrrà dei suoni ovattati quasi in imitazione della marimba.
La prima parte del brano è scritta in uno stile prettamente minimalistico mentre nella seconda parte (dove vengono tolte le sordine) il linguaggio si fa più tradizionale con imitazioni quasi contrappuntistiche dove però le sonorità sono molto personali e tese anche alla dissonanza.
Diego Sanchez Haase – Karau Jeroky (Una leyenda del Paraguay)
Brano commissionato dal Quartetto Le Consonanze e composto nel gennaio 2023, da uno dei musicisti più importanti della musica presente, pianista e direttore d’orchestra, oltre ad essere un appassionato studioso delle culture sudamaericane. La musica è composta per un quartetto di chitarre composto da una prima chitarra, con corde di requinto, che amplia la sua tessitura sonora nella regione acuta, e che personifica Jeruti; una seconda chitarra, con accordatura normale, che personifica Karáu; una terza chitarra, anch’essa con accordatura normale, che rappresenta il chitarrista della festa; una quarta chitarra, con le corde accordate un’ottava più bassa della normale accordatura, e che personifica l’arpista della festa.
Come spiega Sanchez Haase, i personaggi e le situazioni sono rappresentati ciascuno da un Leitmotiv: il Leitmotiv di Jeruti, quello di Karáu, quello della festa, quello del ballo tra Karáu e Jeruti, quello degli annunci dello sconosciuto, quello della frase di Karáu “ci sarà tempo per piangere”, quello del fuoco della chitarra, quello della morte della madre di Karáu e quello del canto di Karáu, il susseguirsi di questi Leitmotive ricostruiscono in musica la storia. Il Maestro fa anche notare che «nella musica popolare c’è sempre stato il problema del testo musicale, poiché generalmente la scrittura non rispecchia fedelmente la musica. E questo è uno dei problemi principali della Polca paraguaiana, quando si cerca di catturare la musica su carta». Il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta formalizza aspetti, come appunto il ritmo ma anche alcune inflessioni fraseologiche, che invece dovrebbero rimanere più libere, comunque l’interpretazione del Quartetto Le Consonanze riesce bene a rispettare la corretta declamazione ritmica della Polka paraguaiana. Infine, si ascolteranno anche tecniche estese, quali effetti percussivi sulla cassa, pizzicato alla Bartòk, suoni muti, suoni ottenuti sfiorando le corde con i polpastrelli, l’effetto rullante etc.
Edoardo Vella – Movimento e partitura
Vella è un compositore romano trapiantato in Toscana, pianista, studioso della notazione, interessato, oltre che alla musica da camera, a quella teatrale, cinematografica ed elettronica. Il brano qui presentato è stato scritto nel marzo 2023 per il Quartetto Le Consonanze. «L’idea e il concetto trainante del brano viene da un desiderio di ‘primitivizzare’, e quindi ‘danzare’ indietro fino all’origine di quest’arte». – così presenta il brano il suo autore – «De-strutturalizzando la complessità di questo campo, mi sono concentrato su due aspetti fondamentali della danza: il ritmo ed il movimento». Il titolo Movimento e partitura mette fin da subito in risalto la componente gestuale, dalla quale prenderà poi vita l’esecuzione che deve rispettare un criterio di ritualità. La partitura è una sorta di spazio sonoro entro il quale gli interpreti vengono sollecitati a suonare da indicazioni a volte vaghe, che indicano suoni singoli come all’inizio, oppure più dettagliate in pentagramma, come nella seconda parte. Le due pagine conclusive, senza misura e senza tempo, presentano piccoli riquadri entro cui sono contenute una, due o tre note. Il finale è formato da pentagrammi vuoti disposti in modo ascendente che suggeriscono un fortissimo conclusivo. Bella da vedere ma anche da ascoltare se ovviamente gli interpreti riescono a padroneggiare il significato profondo del lavoro e certamente il Quartetto ha la cultura e la sensibilità per farlo in maniera intensa e perfino appassionata.
Girolamo Deraco – 4midable4
Deraco è uno dei compositori della sua generazione fra i più consapevoli delle problematiche della musica del presente, alla ricerca di nuovi format e di nuove possibilità del fare musica. Come dice l’Autore il brano è un omaggio a Terry Riley ed al suo brano In C. Seguendo la scia di Riley, il brano viene sviluppato intorno alla nota Do con particolare attenzione ai primi quindici armonici. La partitura si compone di un unico foglio comprendente una serie di frammenti di pentagramma, con una sezione centrale che rappresenta il cuore della composizione e quattro pentagrammi ai lati del foglio che sono riquadrati in quanto costituiscono punti di riferimento per l’inizio e la fine dei vari percorsi sonori che gli interpreti possono scegliere. Non a caso il sottotitolo del pezzo è ‘dædalus’, in effetti, è un labirinto di segmenti di pentagrammi, collegati da freccette, dal quale gli interpreti devono scegliere/trovare la via che li porta all’uscita. La composizione è per quartetto di strumenti e multipli ed è ‘per ogni sorta di istrumento’. Deraco detta delle regole di condotta delle parti, per esempio il quartetto deve partire suddiviso dai quattro differenti angoli della partitura, tutti i musicisti devono partire suonando insieme, ogni strumento deve finire ad libitum in uno dei tre angoli opposti, la cellula iniziale e finale e la cellula centrale possono essere scelta una sola volta, per passare alla cellula successiva bisogna scegliere tra le opportunità offerte dalle frecce, tra una cellula e un’altra è opportuno mantenere il più possibile il senso di continuità ritmico, il brano finisce quando tutti sono immobili etc. È quindi un brano fortemente gestuale, è dal gesto che precipita la musica e gli interpreti sono fondamentali nel creare il senso sonoro complessivo. Nel gioco fra libertà e vincolo stanno le ragioni e i sentimenti di questo originale lavoro che sollecita la bravura e la prontezza degli interpreti e tutti i componenti del Quartetto si dimostrano abili, convinti e partecipativi.
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