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BROADCAST in diretta streaming della presentazione di Broken Shake del Duo Essentia

  • di

Venerdì 19 Marzo 2021 alle ore 18

PRESENTA
Silvia Paparelli

PARTECIPANO
DUO ESSENTIA
(Alice CORTEGIANI clarinetto e Samuele TELARI fisarmonica)

Sandro CAPPELLETTO critico
Simone CARDINI – compositore
Matteo D’AMICO compositore
Fabrizio DE ROSSI RE compositore
Marcello PANNI compositore
Giuseppe SCALI discografico
Domenico TURI compositore



COMUNICATO STAMPA

 DUO ESSENTIA / BROKEN SHAKE 

Debutto discografico per il giovane duo formato da Alice Cortegiani al clarinetto e Samuele Telari alla fisarmonica.Omaggio alla musica d’oggi, sperimentando nuove sonorità.

Una produzione EMA Vinci

È un duo particolare e giovane, che esplora vasti repertori, dalle trascrizioni classiche alla musica contemporanea e sperimentale, in una costante ricerca delle possibilità tecniche e timbriche dei propri strumenti e con quella vivace curiosità che anima i giovani talenti di oggi. Formato nel 2015 da Alice Cortegiani (clarinetto) e Samuele Telari (fisarmonica), il Duo Essentia esce dal repertorio tradizionale forgiato per i due singoli strumenti, e intraprende un percorso sonoro nuovo, per farsi strumento puro. Essenziale, appunto. Vi contribuisce la scrittura di alcuni compositori dei nostri giorni, stimolati dal confronto con un organico inedito quanto efficace, ricco, multiforme. Sono cinque musicisti italiani – quattro su cinque romani – di tre diverse generazioni, un musicista finlandese e uno giapponese, nati nell’arco ampio di quasi un cinquantennio. Loro è la musica che troviamo nel CD di esordio del Duo Essentia, Broken Shake, in uscita a marzo 2021 per la EMA Vinci (L&C 70188).

“Il CD è una raccolta di esperienze accumulate durante il nostro percorso artistico – raccontano i due interpreti –. Roma è la città che ci ha accolto fin dagli inizi, dove abbiamo perfezionato i nostri studi e tenuto i nostri primi importanti concerti. Il confronto con i compositori romani è stato per noi un punto di riferimento e di crescita, questo nostro primo CD è anche un omaggio a loro”.

A Marcello Panni l’onore del brano d’apertura. Nocturne 3, scritto per il Duo Essentia in questa sua terza versione per clarinetto basso e fisarmonica (2017), trasporta i due strumenti in un contesto sonoro che sa di mediterraneo e di arcaico, con l’elemento inziale che deriva da una lamentazione greco-calabra già utilizzata dall’autore nelle musiche di scena per un’Alcesti euripidea a Siracusa. Affidata in quel caso al fagotto, poi passata al clarinetto basso e, infine, al nostro duo, qui la melopea diventa occasione per una sorta di gioco speculare, in cui i due strumenti si riflettono l’uno nell’altro, in una sostanziale omoritmia incantatoria, rotta solo da alcune “increspature” ritmiche (staccati, ribattuti), prima del riapparire “esile, quasi da lontano” del doloroso incipit.

I Tre aforismi (2008) di Domenico Turi, in assoluto una delle sue prime composizioni, segnano il primo incontro tra il compositore e gli interpreti. Il trittico per clarinetto in si bemolle e bayan, “tre piccoli pensieri sospesi nel tempo” come li definisce l’autore stesso, è una riflessione pura sul suono: due pagine meditative giocano su materiali minimi e incorniciano l’aforisma centrale tutto percorso dalle “folate” delle rapide oscillazioni di semitono.

Al 1992 risale Plus 1 di Jukka Tiensuu, compositore finlandese fra i più rappresentativi della nuova musica nei paesi scandinavi. Il brano, di cui sono possibili quattro varianti “per ogni duo o per il trio tra clarinetto in Sib, fisarmonica e violoncello” è diviso in due sezioni. La prima si basa su un inseguimento in eco tra i due strumenti, chiamati a farsi uno leader e uno ‘follower’ sullo stesso materiale, lasciando in alcuni interventi agli stessi interpreti la scelta di quale ruolo rivestire. L’imitazione diventa allora estemporanea e ludica, dipendendo il risultato dall’intraprendenza e dalla fantasia degli esecutori. La seconda sezione è un’ampia e virtuosistica “invenzione” (in questo caso a due voci).

Nascono per il Duo Essentia le versioni per clarinetto e fisarmonica dei due brani di Matteo D’Amico e Fabrizio De Rossi Re. Il primo, originariamente per clarinetto e organo, è un Impromptu (2017) che il compositore articola su un doppio piano: quello del rapporto tra i due strumenti, che “all’inizio si studiano, si annusano, si piacciono e, poco a poco, trovano facilmente un terreno comune” come scrive l’autore, e quello della forma, liberissima, che da questo rapporto nasce, come serie di pannelli di ricchissima invenzione. Vi trova spazio anche uno stralunato valzerino, piccolo ‘hommage’ ai “trascorsi” comuni dei due strumenti, in una rilettura “à la Satie”.

Il secondo, Busoni Gespenst (Il fantasma di Busoni, 2015), nasce invece per clarinetto e pianoforte, muovendo dalla Sonata in re maggiore BV 138 che Busoni compose nel 1880 per lo stesso organico. I materiali originali vengono utilizzati in modo letterale o sottoposti a procedimenti di elaborazione che ne rendono i contorni a volte non più chiaramente percepibili. La dimensione lirica è così a tratti trasfigurata e sospesa: si intromettono altri registri attraverso un vocabolario insieme ludico e affettuoso.

Dai Fujikura è nome di primo piano del panorama internazionale, in cui è presente già dagli inizi degli anni Duemila con la “benedizione” di Pierre Boulez. Giapponese ma di formazione e residenza londinese, Fujikura è stato insignito del Leone d’argento alla Biennale di Venezia del 2017; nella motivazione del premio la sua musica viene definita “mobile, inventiva e sorprendente. Spiazza l’ascoltatore per l’imprevedibilità che il discorso musicale presenta a ogni istante, pur fondandosi su una logica formale di estrema chiarezza e originalità”. Lettura che ben si adatta anche a Broken Shackle (Catena spezzata, 2001), per clarinetto basso e fisarmonica, un’ampia pagina di virtuosismo timbrico. “Ero uno studente quando ho scritto questo brano e non avrei mai pensato si potesse registrare e suonare così”, queste le parole del compositore che ha lodato l’interpretazione del Duo Essentia.

In chiusura Exaptation (2016) che Simone Cardini dedica al Duo Essentia. Il brano si avvia con un carattere lirico, richiama nella sua parte più animata a volte sonorità klezmer, altre l’ironia di Shostakovich, alludendo in chiusura al ritmo di tango più appassionato, in una continua mutazione della cellula iniziale del brano.



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