Il Tocco Sacro – Antonietta Assini

Il Tocco Sacro – Antonietta Assini

Johann Sebastian Bach:

grandi capolavori e nuovi arrangiamenti pianistici

Antonietta Assini pianoforte

Antonietta Assini suona su Fazioli F278 mk III

Registrato, missato e masterizzato da Stefano Amerio @ Artesuono Recording Studios – Cavalicco (Udine) Italy

Come tante altre in precedenza, anche quest’opera discografica offre omaggio al più grande compositore di tutti i tempi: Johann Sebastian Bach. Allo stesso tempo essa descrive un percorso di crescita artistica, raccogliendo due diverse incisioni realizzate nello studio Amerio di Cavalicco (Udine) a distanza di 13 anni. Fu nel 2011 che decisi di iniziare un lavoro più approfondito su Johann Sebastian Bach, e in questo trassi ispirazione dalla conoscenza diretta del pianista – mio coetaneo – Ramin Bahrami, del quale apprezzai l’approccio personale e creativo alle opere bachiane. In quei mesi mi dedicai allo studio della prassi esecutiva della musica barocca al pianoforte, e dopo un periodo di osservazione attenta e comprensione dei criteri cercai di apprendere quel “buon gusto” di cui parla Carl Philip Emanuel Bach nel suo trattato, che comprende diverse regole rimanen-do allo stesso tempo al di sopra di esse. Da quello studio appassionato nacque la mia interpretazione del primo brano, Ouverture francese, incisa nel 2012 e per una serie di vicissitudini rimasta finora inedita. Opera monu-mentale, scritta nella forma di una suite e siglata dal titolo come omaggio allo stile musicale francese, è animata dai ritmi di danze di diversa provenienza e passa in rassegna una grande varietà di sentimenti: la regalità del primo movimento, la nobiltà maestosa della Courante, il giubilo e la letizia intima delle Gavotte 1 e 2, la luminosità del primo Passepied seguita dalla calma del secondo, la solennità contemplativa della Sarabande, la spensieratezza della Gavotte 1 e i toni nostalgici della Gavotte 2, il brio della Gigue e la gioia celestiale dell’Echo – dove Bach allude concretamente alla musica sacra imitan-done la consuetudine di far dialogare fra loro due voci di soprano. Ed ecco una nuova sorpresa: nello spartito di quest’opera pervasa allo stesso tempo di vitalità e spiritualità è dipinto musicalmente un simbolo strettamente associato alla fede cristiana. Esso è particolarmente ricor-rente nell’Ouverture ed è il disegno della croce, che compare nell’incipit del primo movimento e in seguito svariate volte al suo interno, per tornare più avanti con evidenza nell’incipit della Gavotte: Fa#-Sol-Mi-Fa#. Si tratta, guarda caso, di un disegno speculare a quello presente nelle note associate al nome di Bach (B-A-C-H ossia Sib-La-Do-Si): una sorta di firma che mette in connessione Bach con la Croce di Cristo. E a questo punto vale la pena ricordare – per chi non lo sapesse – che Bach era uomo di fede, e che componeva tutte le sue opere, sacre o profane, per la gloria di Dio oltre che per la “ricreazione dello spirito” degli uomini.

Alcuni anni dopo aver portato a termine l’incisione dell’Ouverture, nel 2017, ascoltai in un concerto da camera un brano di musica sacra arrangiato per violoncello e pianoforte: era Er-barme Dich, l’aria del pentimento dell’apostolo Pietro dopo il tradimento di Gesù e il triplice canto del gallo, tratta dalla Passione Secondo Matteo di Bach. Mi colpì talmente che decisi di farne un primo arrangiamento per pianoforte solo. Si trattava non solo dello stesso sapore drammatico ma anche della stessa tonalità di Ouverture francese: si minore, che è anche tonalità d’impianto della celebre Messa portata a termine da Bach diversi anni dopo.

Nel realizzare la presente opera ho voluto accostare questi capolavori creando per l’ascolta-tore un percorso di lettura: dall’Ouverture francese, un brano per strumento a tastiera che chiaramente strizza l’occhio alla musica sacra chiudendo con un inconsueto Echo, verso quattro brani scritti con la specifica funzione di servire alle cerimonie rituali celebrate dalla chiesa cristiana, per tornare infine nuovamente a una “musica profana” non meno pervasa di spiritualità: la Ciaccona per violino solo, scritta da Bach dopo l’improvvisa morte della prima moglie Maria Barbara in giovane età, quasi cerimonia funebre in musica e allo stesso tempo inno alla resurrezione, nel colossale arrangia-mento di Busoni per pianoforte.

Il nucleo centrale del percorso è costituito dunque dalle quattro arie tratte da opere di musica sacra, da me arrangiate per pianoforte solo: Ich folge dir gleichfalls (Io ti seguo esultan-te), Tausendfaches Unglück (Innumerevoli dis-grazie), Erbarme Dich, mein Gott (Abbi pietà di me, mio Dio), Et in Spiritum Sanctum (E [credo] nello Spirito Santo). Ciò che mi ha mosso a imbarcarmi in quest’avventura è stata la grande utopia di poter gustare al pianoforte le emozioni del canto e dell’ orchestra, di lasciar trasparire attraverso la percussione di tasti e martelletti il suono vibrante del violino o quello ancora diverso dell’oboe, del flauto e così via dicendo, nonché il timbro variegato delle voci umane: un basso, un tenore, un “alto” (termine che all’epoca definiva genericamente la voce acuta nelle sue tre diverse espressioni di contralto, mezzosoprano o soprano), un soprano. Con ragione Anton Rubinstein sosteneva che il pianoforte non è uno, ma sono cento strumenti diversi, ma certo è che per sentirli occorre molta immaginazione, occorre andare in cerca di ciò che materialmente non sarebbe realizzabile; serve dunque una forte alleanza fra interprete e ascoltatore, nel comune intento di conoscere più a fondo la musica di Johann Sebastian Bach.

Rimando le indicazioni specifiche riguar-danti i criteri con cui ho composto gli arrangia-menti a una pubblicazione degli spartiti che mi auguro di realizzare in tempi brevi.

Antonietta Assini

01-04-2025

Tracce 01 / 14: Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750), Ouverture Francese BWV 831 in si minore

Originariamente intitolata Ouverture secondo il gusto francese, pubblicata nel 1735 all’interno del secondo volume del Klavierübung (Esercizi per strumento a tastiera), è composta da otto movimenti, tre dei quali sono sdoppiati in coppie di danze con “da capo” secondo un’usanza tipica della corte francese:

01. Ouverture. Si tratta di un lungo movimento di apertura tipico dello stile francese, in forma ABA e con la parte centrale in stile fugato; dal punto di vista ritmico essa è costellata di note puntate seguite da note veloci di cui è caratteristica l’esecuzione stretta “alla francese”.

02. Courante. Danza in tempo ternario dalle probabili origini francesi, la courante ha anda-mento mosso e inizio sempre in levare.

03 / 05. Gavotte I – II – I. La gavotte ha origine come danza dei montanari delle Alpi francesi, è caratterizzata dal metro binario e dal tempo moderato.

06 / 08. Passepied I – II – I. Il passepied è una danza brillante in tempo ternario nata nella regione francese della Bretagna.

09. Sarabande. La sarabande nasce probabil-mente in Arabia o in Persia come danza d’amore e in seguito si diffonde in Europa attraverso la Spagna, trovando posto nelle suites strumentali come movimento lento e solenne.

10 / 12. Bourrée I – II – I. La bourrée è una danza popolare francese di origini medioevali, in due tempi, veloce e con accento in battere.

13. Gigue. La gigue sembra provenire dal nord Europa, è caratterizzata dal tempo ternario e da un vigoroso ritmo puntato in andamento veloce; essa viene accolta nello stile musicale barocco come brano virtuosistico adatto per la conclu-sione delle suites.

14. Echo. È un brano non consueto per una suite di danze, che viene aggiunto in coda da Bach come probabile omaggio alla musica vocale sacra.

Tracce 15 / 18: Johann Sebastian Bach / Antonietta Assini, quattro arrangiamenti originali.

Le quattro arie seguenti esprimono sentimenti umani di vario genere: gioiosa trepidazione (la prima), paura mista a speranza (la seconda), dolore e pentimento (la terza), pace e gioia piena (la quarta).

15. Ich folge dir gleichfalls (Io ti seguo esultante), Aria in si bemolle maggiore dalla Passione secondo Giovanni BWV 245

La Passione Secondo Giovanni è una com-posizione musicale sacra per voci soliste, coro, orchestra e basso continuo, costruita sui capitoli 18 e 19 del Vangelo secondo Giovanni, dove si rappresenta la passione di Gesù Cristo. Essa fu ultimata da Bach probabilmente nel 1723 e poi rivisitata più volte negli anni successivi. Ich folge dir gleichfalls ne costituisce il brano n. 9, ed è un’aria per voce di soprano, due flauti e basso continuo dove si contempla la gioia baldanzosa e ancora ingenua di san Pietro nel seguire Gesù. Si suppone che il testo sia dello stesso Johann Sebastian:

Ich folge dir gleichfalls / mit freudigen Schritten, / und lasse dich nicht, / mein Leben, mein Licht. / Beförd’re den Lauf / und höre nicht auf, / selbst an mir zu ziehen, zu schieben, zu bitten.

Io ti seguo esultante / con passi gioiosi, / e non ti lascio, / mia vita, mia luce. / Guida il mio cammino / e non smettere / di trascinarmi, di spingermi, di sollecitarmi.

16. Tausendfaches Ungluck (Innumerevoli disgrazie), Aria in do minore dalla Cantata BWV 143 per il giorno di Capodanno

La Cantata BWV 143 Lobe den Herrn, meine Seele (Loda il Signore, anima mia) fu composta probabilmente fra il 1708 e il 1714. Tausend-faches Ungluck, aria per voce di tenore, due violini, viola, fagotto e basso continuo, costituisce di essa il quarto movimento. Il testo è anonimo; qualcuno ipotizza che anche questo sia di Bach:

Tausendfaches Unglück, Schrecken, / Trübsal, Angst und schneller Tod, / Völker, die das Land bedecken, / Sorgen und sonst noch mehr Not / Sehen andre Länder zwar, / Aber wir ein Segensjahr.

Innumerevoli disgrazie, orrori, / preoccupa-zioni, ansia, morte improvvisa, / invasori che devastano il territorio, / affanni e soprattutto tristezza / è ciò a cui assistono gli altri paesi, / per noi invece un anno di grazia.

17. Erbarme dich, mein Gott (Abbi pietà di me, mio Dio), Aria in si minore dalla Passione secondo Matteo BWV 244.

La Passione Secondo Matteo è un’altra celebre composizione sacra, scritta da Bach nel 1727. Si tratta stavolta della trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo. Erbame dich, mein Gott, il movimento n. 39, è la celebre aria del pentimento di san Pietro dopo le accuse, il rinnegamento di Gesù e il successivo canto del gallo. San Pietro è lo stesso personag-gio di cui nell’aria Ich folge dir gleichfalls si cantava la gioia della fedeltà e l’entusiasmo della sequela. Scritta per voce di contralto, violino solo, violino I e II, viola e basso continuo, vede il cantante in continuo drammatico contrappun-to col violino. Il testo è del librettista Picander:

Erbarme dich, mein Gott, / um meiner Zähren willen! / Schaue hier, / Herz und Auge weint vor dir bitterlich.

Abbi pietà di me, mio Dio, / in grazia del mio pianto! / Guarda quaggiù, / cuore e occhi piangono avanti a te amaramente.

18. Et in Spiritum Sanctum (E [credo] nello Spirito Santo), Aria in la maggiore dalla Messa BWV 232 in si minore

L’Aria Et in Spiritum Sanctum, per voce di basso, due oboi d’amore obbligati e basso continuo, costituisce il movimento n. 17 della Messa in si minore BWV 232, composta da Bach fra il 1747 e il 1749. Essa fa parte del Credo o Symbolum Nycenum, sezione che nella strut-tura della Messa precede il Sanctus e segue il Kyrie e Gloria. Il testo è nella lingua latina della liturgia:

Et in Spiritum Sanctum, / Dominum et vivificantem, / qui ex Patre Filioque procedit; / qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, / qui locutus est per prophetas: / et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam.

E [credo] nello Spirito Santo, / che è Signore e dà la vita, / che procede dal Padre e dal Figlio. / Che con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato / e ha parlato per mezzo dei profeti. / E nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

Traccia 19: Johann Sebastian Bach / Ferruccio Busoni (Empoli, 1866 – Berlino, 1924) Ciaccona dalla Partita n. 2 BWV 1004 in re minore

Col termine “ciaccona” si fa riferimento a un tipo di danza la cui tradizione affonda lontane origini in Spagna o forse in America Latina, caratteriz-zata dal metro in tre, dall’andamento vivace e scherzoso, da un’ostinata alternanza fra tonica e dominante. Essa, come molte altre danze, fu adottata nel secolo XVII presso la corte francese e assunta all’interno del cerimoniale; in questo passaggio subì delle sostanziali trasformazioni, divenendo col tempo una danza maestosa e lenta, associata alla celebrazione di eventi drammatici e anche luttuosi, molto simile alla passacaglia e alla follia.

La Ciaccona in re minore fu composta da Bach nel 1720 dopo la morte improvvisa della moglie Maria Barbara – da cui aveva avuto sette figli – e costituisce l’ultimo movimento della sua seconda partita per violino solista. Essa è intrisa dei motivi musicali che nella retorica barocca erano associa-ti al sospiro (le figure puntate e le pause sui “tempi forti”), al lamento (il tetracordo frigio discendente), al dolore (l’uso della dissonanza) e alla morte (i cromatismi, sempre discendenti); allo stesso tempo Bach ci immerge in un clima di preghiera attraverso il ricorrere delle melodie di corale (qualche studioso legge in quest’opera delle vere e proprie citazioni di melodie tratte dalla musica sacra dell’Autore), per trasportarci verso una gloriosa sezione centrale in cui il dramma si muta in festa, nella tonalità di re maggiore. Scriveva Brahms a Clara Schumann nel giugno 1877: «La Ciaccona è per me uno dei più meravigliosi, incomprensibili pezzi di musica. Quest’uomo [Bach] scrive per un piccolo strumento, su un solo rigo, e crea un mondo intero di pensieri profondissimi e di sensazioni possenti». La Ciaccona di Bach per violino solo divenne nel tempo un brano celebre suonato dai migliori virtuosi; fra gli svariati arrangiamenti per strumenti diversi spicca la magistrale trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni, composta nel 1893.

Antonietta Assini

Nata a Firenze nel 1976, ha iniziato lo studio del pianoforte con la clavicembalista Margherita Gallini Provenzani e ha proseguito al Conservatorio sotto la guida del Maestro Giuseppe Fricelli diplomandosi in Pianoforte all’età di 19 anni.

Ha poi conseguito il Diploma Accademico di Secondo livello in Didattica Strumentale presso il Conservatorio di Ferrara – dopo aver frequentato per due anni i corsi del Maestro Annibale Rebaudengo – e il Diploma Accademico di Secondo Livello in Pianoforte solistico a Firenze, a seguito di altri due anni di studio nella classe della Professoressa Ruth Pardo, col massimo dei voti e la lode.

Si è perfezionata a lungo con i Maestri Giovanni Carmassi e Marian Mika.

Alla formazione musicale ha affiancato quella letteraria, laureandosi a pieni voti con lode in Lettere presso l’Università di Firenze, con una tesi finale in Storia del teatro.

Ha partecipato a Concorsi pianistici nazionali e internazionali ottenendo riconoscimenti di merito. Svolge attività concertistica e si è esibita sia come solista che in formazioni da camera. Nel 2012 ha suonato nell’ambito del WorldBachFest (Palazzo Vecchio, Salone dei 500, Firenze). Si ricorda inoltre la partecipazione, negli anni 2007, 2008 e 2009, alla manifestazione internazionale Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini, dove ha eseguito rispettivamente il Concerto n.2 di Rachmaninov e due brani di Beethoven in duo e quartetto. Si è esibita più volte per l’Associazione Donatori di Musica in oncologia. Ha partecipato al documentario Elisée Lucat – portrait en musique andato in onda in Valle D’Aosta dopo il tg3 regionale serale del 25 luglio 2019, con l’esecuzione integrale delle opere per pianoforte del compositore valdostano Elisée Lucat.

Nel 2012 ha pubblicato per la collana FiabaMusica di ABEditore il testo Fate, gnomi e cavalieri, a cui è allegata una sua incisione delle 25 Variazioni e Fuga su un tema di Haendel di Johannes Brahms.

Si dedica da anni con passione all’attività di insegnamento e attualmente è docente presso il Conservatorio di Aosta.

È autrice del testo Metodologia dell’insegnamento strumentale: il pianoforte. Storie di didattica quotidiana, pubblicato dall’editore ETS nel settembre del 2024 come volume n. 17 della collana Musica e didattica diretta dal Professor Mario Piatti.

Antonietta Assini pianoforte

Antonietta Assini suona su Fazioli F278 mk III

Registrato, missato e masterizzato da Stefano Amerio @ Artesuono Recording Studios – Cavalicco (Udine) Italy

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