DISTRIBUITA
da
Medea
di Adriano Guarnieri
opera video in tre parti liberamente ispirata a Euripide
prima esecuzione assoluta
Editore Casa Ricordi, Milano
Ha ricevuto il
premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana
XXII edizione – stagione 2002.
PERSONAGGI E INTERPRETI
Medea 1
Sonia Visentin
Medea 2
Antonella Ruggiero
Medea 3
Alda Caiello
Giasone
Andrew Watts
flauto basso e contrabbasso
Roberto Fabbriciani
flauto
Annamaria Morini
pianoforte
Alessandro Commellato
live electronics e regia del suono Centro Tempo Reale, Firenze
CSC-DEI Università di Padova (Progetto MEGA IST-1999-20410)
Nicola Bernardini, Alvise Vidolin
maestro concertatore e direttore
Pietro Borgonovo
regia
Giorgio Barberio Corsetti
creazione video
Fabio Massimo Iaquone
scene
Giorgio Barberio Corsetti e Cristian Taraborrelli
costumi
Cristian Taraborrelli
light designer
Fabio Barettin
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore del Coro
Guillaume Tourniaire
prima rappresentazione assoluta
commissione Fondazione Teatro La Fenice di Venezia
REGISTRATA AL PALAFENICE DI VENEZIA
IL 26 OTTOBRE 2001
La stagione lirica e di balletto 2001-2002 del Teatro La Fenice si conclude con una prima rappresentazione mondiale, Medea di Adriano Guarnieri, opera-video in tre parti liberamente ispirata a Euripide per sequenze video, soli, coro, orchestra e live electronics. Medea va in scena al PalaFenice venerdì 18 ottobre alle ore20.00, (con repliche domenica 20 martedì 22, giovedì 24, sabato 26). Il ruolo di Medea è contemporaneamente definito da Antonella Ruggiero (l’ex cantante dei Matia Bazar, protagonista di tanti storici successi della canzone italiana, sarà impegnata nell’interpretazione della Medea jazz), Alda Caiello e Sonia Visentin (entrambe cantanti specializzate nel repertorio contemporaneo e segnatamente nella musica di Guarnieri), Andrew Watts veste i panni di Giasone. La parte del flauto contrabbasso è affidata ad uno storico interprete della musica contemporanea, Roberto Fabbriciani, così il live electronics che è curato da Alvise Vidolin, già collaboratore di tantissimi compositori (tra questi ricordiamo Luigi Nono). A Pietro Borgonovo va il compito di dirigere i solisti e l’Orchestra ed il Coro del Teatro La Fenice (quest’ultimo diretto da Guillaume Tourniaire); la regia è curata da Giorgio Barberio Corsetti (che torna al PalaFenice dopo aver inaugurato la stagione lirica 1999 con Maria di Rohan), che insieme a Christian Taraborrelli ha creato anche scene e costumi. Medea è un lavoro innovativo, una nuovissima ricerca nell’ambito della multimedialità, “il linguaggio vero e nuovo di questo secolo”. Non si tratta di un’opera teatrale, nè di teatro musicale con proiezioni, nè di musica per film, bensì di un lavoro complesso che si pone radicalmente il problema di quale drammaturgia sia oggi possibile. Non ci saranno i “canoni” tradizionali dell’opera niente narratività, ma un testo solo poetico che “canta” coralmente, solisticamente, strumentalmente, evocazioni simboliche di una “drammaturgia” che è già insita nella musica stessa e che promana in tempo reale proiezioni “introspettive” del personaggio medesimo. L’opera, ambientata in uno spazio laico simile ad un set televisivo, sarà un maxi-video, che “racconta” simbolicamente il dramma musicale. Niente colonna sonora dunque, ma video per musica ed una musica che si interpreta a sua volta con i tempi “zero” propri della propagazione visiva. Medea nasce dall’incontro “osmotico” di tre partiture: quella musicale (dove la scansione del tempo è relazionata alla “fraseologia visiva” in una successione di sequenze musicali parallele a sequenze televisive); quella elettronica (del live electronics appunto, realizzata di concerto con gli ingegneri del suono, dove ogni sequenza segue una spazializzazione preordinata ma compresa nella stessa scrittura musicale, ed una volumetria sonora a “celluloide” che si espande nello spazio secondo una logica anche visiva); quella del regista “televisivo” (che sovrappone alla musica il proprio progetto di sequenze). I cantanti (tra cui una cantante rock), il coro, l’orchestra, i soli in sala quattro tromboni ed otto trombe , un flauto contrabbasso, la ricerca sonora realizzata mediante il live electronics che ci darà un suono “trasformato” in tempo reale, i video Š: tutto è pensato secondo una nuova “drammaturgia” flessibile, nella quale tutti gli ambiti si compenetrano. In Medea confluiscono le esperienze compiute da Adriano Guarnieri in trent’anni di ricerca e sperimentazione: una scommessa dunque per una Medea moderna in tutti i sensi, che urla la sua mancanza di identità sociale, di patria, di madre, di donna, di terra e di cielo.
sulla forma
Ogni parte comprende dieci sequenze musicali.
Medea è un’opera onirica, in cui mito e contemporaneità si fondono attraverso il rapporto formale di tre partiture: musicale, registica e live-elettronica. Il mito di Medea è rivissuto con frammenti dal Medea di Euripide, propriamente estrapolato nei punti più espressivi e lirici del testo originale. Esso ha dei rimandi alla contemporaneità per temi come la perdita di identità, di terra, patria, sole e senso di sacralità perduta in un tempo in cui il nichilismo ideologico sembra schiacciare l’uomo proprio nei suoi aspetti ideali e valoriali.
L’opera porta sulla scena tre Medee, con chiaro riferimento psicologico alla “frantumazione” dell’io contemporaneo, a cui la psicanalisi ha dedicato ampi studi. Nessuna dunque nostalgia della classicità, che piuttosto fornisce gli spunti per ridare vita alle problematiche della attuale crisi sociologica
TRAMA
Atto I
La scena si svolge a Corinto, nel palazzo del Re Creonte. Glauce sta terminando, aiutata da due ancelle, i preparativi per il suo matrimonio con Giasone. Questi ha ripudiato Medea, potente maga e sua vecchia consorte. Lei a suo tempo l’aiutò nell’impresa di rubare il Vello d’oro, tradendo così la sua stessa famiglia, e dalla loro unione nacquero due figli. Medea riesce ad entrare nel palazzo di Creonte e lì incontra Giasone, al quale chiede il ritorno in seno alla famiglia. Visto però il suo rifiuto lei lo maledice e giura vendetta.
Atto II
La scena si svolge all’interno del palazzo del Re. Medea vuole vendicarsi nonostante la sua ancella Neris cerchi di convincerla a lasciare Corinto. Anche Creonte ordina a Medea di abbandonare immediatamente la città ma lei implorando ottiene ancora un giorno da passare con i suoi figli. Incontra ancora Giasone e insieme rievocano i felici momenti del loro amore. Infine Medea ordina all’ancella di recare in dono a Glauce il manto e il diadema che ella ebbe da Apollo.
Atto III
La scena si svolge tra il palazzo e il tempio. Neris accompagna i due figli al cospetto della loro madre Medea. Dal tempio giungono voci e lamenti: Creonte e Glauce sono morti perché i doni di Medea erano avvelenati. La folla furente si scaglia contro Medea, ma questa, con Neris e i due figli, si rifugia nel tempio. Giasone accorre per arrestarla, ma Neris esce sconvolta dicendo che Medea ha assassinato i loro figli nel tempio. Indi appare Medea, con ancora in mano il pugnale insanguinato e dice a Giasone di aver compiuto la sua giusta vendetta. Sconvolto dal dolore egli muore e Medea rientra nel tempio, mentre questo sta andando in fiamme.
REFERENCE