Walked The Way Home – Virginia Guidi, Giancarlo Schiaffini


Al di là della feconda frammentazione che caratterizza l’avanguardia romana, multiforme e articolata su più fronti della ricerca fino alle sue propaggini più recenti – dall’elettronica all’improvvisazione, dalla musica applicata all’intermedialità, dalla musique mixte al teatro, al quale tutti i linguaggi ivi praticati sembrano tendere per una sorta di tropismo -, emergono e si stagliano sul suo orizzonte alcune figure prometeiche di esecutori, che assunsero il compito storico ed ebbero il merito di portare alla luce, in base alle indicazioni dei compositori, un autentico “nuovo mondo sonoro”. Michiko Hirayama, che, giunta a Roma nel 1957, vi trascorse i restanti 61 anni della sua vita, fu per la vocalità qualcosa che definire semplicemente “cantante” sarebbe, ancorché riduttivo, improprio. La ricordiamo per i Canti del Capricorno di Scelsi, ma Michiko Hirayama fu, letteralmente, la voce dell’avanguardia romana, e si intenda qui il termine in modo estensivo, con tutto il suo carico espressivo, emotivo, mistico. Di fatto, fu lei a dare corpo alle sperimentazioni vocali di una intera comunità musicale, da Scelsi a Guaccero, da John Eaton all’ensemble Nuove Forme Sonore, ed è alla sua personalità versatile, che le consente di muoversi nell’immaginario sonoro dei compositori e di coglierne le intenzioni e dar loro corpo, che si ispira il lavoro di Virginia Guidi, qui impegnata in una silloge di opere riconducibili ad autori che rispecchiano in tutto le tendenze caratteristiche della musica romana. Anche per Virginia Guidi, il confronto con un repertorio ibridato dalle tensioni verso culture altre e discordi conduce a una ricerca sull’emissione vocale in cui le più impercettibili variazioni di grana, colore, impostazione e vibrato sono funzionali alla resa di un immaginario sonoro. Il tutto, si badi, senza mai cadere neppure per un istante nel trasformismo mimetico che oscurerebbe l’impronta individuale dell’interprete. Rivive, in questa raccolta di composizioni per (o con) voce, un significativo spaccato di quella vocazione cosmopolita ed eccentrica della musica romana, rivolta, più che verso Darmstadt e Milano, piuttosto oltreoceano, o verso quell’Oriente esoterico, remoto e corporeo al tempo stesso, di cui proprio Michiko Hirayama è stata l’incarnazione. Ecco allora la melopea incantatoria e cordiale di Alvin Curran – che rappresenta egli stesso quasi una sintesi della “romanità” in musica -, il gioco liquido di filigrane e grazie timbriche nel dialogo con la tuba di Giancarlo Schiaffini, le intransigenze di Domenico Guaccero. Virginia Guidi non poteva poi non confrontarsi con quello che, di tutti loro (con John Cage, che non per caso ne fu un estimatore) fu una sorta di guida o nume tutelare, Giacinto Scelsi. In – vero monumento, si direbbe anti-seriale, all’introspezione e all’intuizione, la tavolozza timbrica si fa lussureggiante e, nella sua ricchezza, virtuosistica. Dobbiamo molto a questa interprete che, con tutta una generazione di giovani musicisti, ha interiorizzato e fatto proprio un repertorio di cui padroneggia il lessico, la sintassi e la prosodia. La lingua di una musica senza aggettivi. Luigi Pizzaleo


Alvin Curran Walked The Way Home per voce sola

Domenico Guaccero Glossa per voce sola

Ennio Morricone Wow! per voce sola

Giacinto Scelsi Hô – Cinq vocalises pour voix de femme

Alvin Curran The Crossing per voce sola

Marco Cimagalli Noluit consolari per voce e tuba

Giancarlo Schiaffini Canzon Gerundia per voce e tuba

Virginia Guidi – mezzosoprano
Giancarlo Schiaffini – tuba 

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